GENOVA - Quattro anni dopo il crollo di Ponte Morandi, Genova si stringe attorno ai familiari delle 43 vittime che persero la vita quel 14 agosto 2018. Tra loro c'è Paola Vicini, mamma di Mirko, l'operatore Amiu che sotto quel ponte stava lavorando quando è stato travolto dalle macerie. E a dare la forza a mamma Paola, che restò cinque giorni e cinque notti davanti alle macerie sperando di poterlo riabbracciare -oggi come allora- è proprio Mirko che la accompagna sempre, nei momenti più difficili di ricordo così come nelle giornate di processo, dove emergono particolari sempre più duri da digerire, per la scarsa manutenzione della rete infrastrutturale, manutenzione che avrebbe potuto evitare la tragedia.
"Ci sarebbero tante cose da dire. Ci auspichiamo tutti che il processo sia veloce e rapido e si arrivi rapidamente alla fine, gli elementi ci sono tutti. Chiediamo poi più attenzione su di noi, attenzione sulle condizioni e sulla sicurezza delle strade perché nessuna madre si trovi nelle nostre stesse condizioni. Vorremmo poi attenzione alla nostra proposta di legge, presentata a Roma: che ci aiutino e con serietà la portino avanti"
Il Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi, infatti, più volte ha portato all'attenzione delle istituzioni la proposta di legge "vittime dell'incuria". Incontri e presidi davanti alla prefettura, poi il disegno di legge era stato portato all'attenzione dei parlamentari liguri, piemontesi e della ministra alla Giustizia Marta Cartabia, presente lo scorso 14 agosto 2021, ma poi la caduta del governo ha di nuovo rimesso nell'incertezza le sorti di questo ddl che si propone di equiparare "le vittime del Morandi ma anche le future vittime di disastri dovuti all'incuria delle infrastrutture alle vittime del terrorismo e di altre fattispecie che in passato hanno avuto ristoro". E poi a gran voce i familiari vorrebbero veder realizzato il memoriale, la cui posa della prima pietra -simbolica- si era tenuta proprio un anno fa. "Senza il ricordo, non si può andare avanti: tutti devono sapere cosa è successo. Il memoriale è uno di quei luoghi importanti e che aspettiamo"
L'abbraccio della città di Genova si fa sentire, anche a quattro anni di distanza.
"Chi ci è stato vicino allora continua a esserci oggi. Il tempo evidentemente un po' cancella, perché se non l'hai vissuta sulla tua pelle non la senti tua questa tragedia, ma ci sono tanti fuochi accesi"
Intanto oggi però è la giornata di Miki e di tutti quei 43 angeli che ogni giorno fanno sentire il peso della loro assenza. "Miki aveva tre desideri, uno l'ho esaudito grazie alla polizia che mi ha concesso di volare sui cieli di Genova con l'elicottero. Uno l'ha esaudito mio fratello qualche mese fa, con il volo con il parapendio e con gli sci", racconta commossa Paola a Primocanale.
"Resta ancora da realizzare un viaggio a Bora Bora, non so quando riuscirò a partire"