GENOVA - Il dolore nel cuore e il sentirsi soli e abbandonati da parte delle istituzioni. Con questi sentimenti i familiari delle 43 vittime di Ponte Morandi, a quattro anni dal crollo, partecipano alla cerimonia organizzata per ricordare i propri cari e per non dimenticare la tragedia del 14 agosto 2018. Primocanale, in diretta dalle ore 8, ha raccolto le loro voci prima alla messa, organizzata nella chiesa di San Bartolomeo di Certosa dal parroco Don Gian Andrea Grosso, e poi alla cerimonia sotto al nuovo viadotto, nel luogo da loro voluto, la Radura della Memoria.
A sintetizzare bene cosa vorrebbero veder realizzati è Paola Vicini, mamma di Mirko, l'operatore Amiu che sotto quel ponte stava lavorando quando è stato travolto dal crollo: "Ci auspichiamo tutti che il processo sia veloce e rapido e si arrivi rapidamente alla fine, gli elementi ci sono tutti. Chiediamo poi più attenzione su di noi, attenzione sulle condizioni e sulla sicurezza delle strade perché nessuna madre si trovi nelle nostre stesse condizioni.
"Vorremmo poi attenzione alla nostra proposta di legge, presentata a Roma: che ci aiutino e con serietà la portino avanti"
Il Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi, infatti, più volte ha portato all'attenzione delle istituzioni la proposta di legge "vittime dell'incuria". L'anno scorso alla commemorazione era presente la ministra alla Giustizia Marta Cartabia che promise ai familiari di fare il possibile per rendere il disegno una legge vera e propria. Ma poi la caduta del governo ha di nuovo rimesso nell'incertezza le sorti di questo ddl che si propone di equiparare "le vittime del Morandi ma anche le future vittime di disastri dovuti all'incuria delle infrastrutture alle vittime del terrorismo e di altre fattispecie che in passato hanno avuto ristoro". Questo e la cessione delle quote di Autostrade per l'Italia a Cassa Depositi e Prestiti con i 9 miliardi finiti nelle tasche di Autostrade ha lasciato i parenti con "l'amaro in bocca", come commenta Paolo Robotti, fratello di Alessandro e cognato di Giovanna, altre due delle 43 vittime di Ponte Morandi che stavano viaggiando in direzione delle vacanze: "Oggi è il giorno della memoria. Forse la cosa migliore oggi è stare in silenzio.
"Ne approfitteremo per lanciare qualche messaggio alle istituzioni, che vorremmo guardare dritte negli occhi. E' stato un anno difficile per noi e vorremmo continuare il dialogo per fare qualcosa di positivo"
Barbara Bianco, compagna di Andrea Cerulli non usa parole tenere verso la politica: "Oggi è la giornata del ricordo, una giornata difficile perché la mente va di nuovo a quel giorno. Abbiamo quell'incubo del telefono che suonava. Siamo sempre soli", le sue parole sono durissime come stilettate, come quelle usate da Egle Possetti, presidente del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi, nel suo lungo discorso rivolto ai politici presenti.
"Le istituzioni sono sempre presenti nelle celebrazioni ma poi... Oggi ci sono e domani?"
"La questione delle concessioni ci brucia molto. Il processo è all'inizio, il memoriale è ancora fermo e noi aspettiamo. Tante promesse mai mantenute".
E intanto il dolore non si lenisce mai, anzi. Più passa il tempo e più per i familiari cresce il rancore per quanto accaduto e la nostalgia dei propri affetti. Maria Grazia Lonigro, mamma di Luigi Matti Altadonna, commenta: "E' una giornata di tristezza, di vuoto e di ricerca di giustizia. Non cambia niente, più passa il tempo e più e pesante questa cosa. La necessità di giustizia ci fa andare avanti, per i nostri cari ma anche per il futuro, senza giustizia queste situazioni continueranno a succedere. Spero che si mettano la mano nella coscienza e procedano rapidi".
Le fa eco anche il figlio Michele Matti Altadonna, che dopo questo lutto è diventato rappresentante e coordinatore nazionale dei giovani dell'Unione Nazionale Vittime. "L'inizio del processo ci ha dato fiducia e speranza, ma c'è stata poca attenzione da parte di tutta la politica nei nostri confronti", sottolinea Michele, che è diventato una delle immagini simbolo di questa tragedia quando quattro anni fa teneva in braccio uno dei suoi nipotini, diventando grande quel 14 agosto tutto ad un tratto.
"Questo è stato un dolore che mi ha insegnato tantissimo, mio fratello era un albero per la sua famiglia, oggi sono l'alberello e cerco di far crescere i suoi figli come lui avrebbe voluto"
Tante mamme senza più i loro figli, anche a Mimoza Bokrina si stringe il cuore al pensiero di Edi. "Amava tanto la vita, era un gran lavoratore", non si capacita della scomparsa prematura del figlio 32enne che era diretto con il giovanissimo Marius, anche lui albanese, a Rapallo e avevano chiamato la ditta di pulizie per la quale lavoravano per avvertire del ritardo a causa del traffico e assicurare che si stavano affrettando. L'ultima telefonata prima della tragedia. Anche Amelia Cecala ha perso il figlio Christian ma anche la nuora e la nipotina, una famiglia distrutta: "Questa è la loro tomba, sotto il pilone 9. Sono stati i primi a cadere e gli ultimi ad essere ritrovati", la voce è spezzata. "Mattarella è il terzo anno che non viene a onorare i nostri morti, se non se ne preoccupano le istituzioni significa che non importa a nessuno".
"Se fosse qui gli chiederei giustizia. E poi il riconoscimento del nostro ddl legge, sono morti per l'incuria dello Stato"