GENOVA -Quattro anni dopo la tragedia di ponte Morandi le autostrade continuano ad essere il regno dei Benetton, ce lo ricorda, come una beffa, nel caso ci fossimo illusi, l'unico libro ben in vista, tra pocket coffee e chewing-gum, davanti alle casse dell' Autogrill Turchino Nord, un pugno allo stomaco a pochi km di quel ponte crollato che ci riporta drammaticamente alla realtà: il libro della biografia di Alessandro Benetton.
Un libro che conferma quanto tutti noi immaginavamo o sapevamo già: quando percorriamo un'autostrada, quanto prendiamo anche solo un caffè a prezzi esorbitanti all'autogrill o quando sfiliamo dai caselli ascoltando il bip del Telepass noi tutti continuiamo a contribuire ad arricchire la famiglia dei magliari di Treviso.
Per questo forse, per una volta, dovremmo dire grazie ad Alessandro Benetton, il rampollo dalla faccia d'angelo della famiglia veneta padrona di Atlantia e sino a ieri di Autostrade per l'Italia, responsabile morale della strage provocata dal crollo di Ponte Morandi, come sostengono i pm di Genova che hanno portato alla sbarra i vertici di Autostrade per l'Italia.
Dopo la tragedia i Benetton, sotto la spinta dell'opinione pubblica mondiale e un po' pure della politica, hanno venduto a peso d'oro Autostrade allo Stato e a due fondi, per loro un altro affare, come ha ricordato oggi con coraggio alla cerimonia per la tragedia, Egle Possetti, portavoce del comitato delle famiglie delle vittime.
Hanno venduto Aspi ma i Benetton rimangono saldamente proprietari del business della rete degli Autogrill, un luogo non luogo dove da sempre, prima della tragedia del Morandi, avviene la più grande beffa italiana dal punto di vista commerciale: prezzi senza regole e senza concorrenza. Alla faccia di ogni antitrust e sicuramente degna di più attenzione da parte dell’Autorità di regolazione dei trasporti (ART) istituita nel 2011.
Oggi quando si è in viaggio in autostrada per un caffè si spendono 1 euro e 30, per i famosi panini poi altri prezzi alle stelle, prendere o lasciare. Una sorta di zona franca, gli autogrill, dove se vuoi mangiare il tuo pranzo a sacco quasi mai trovi un angolo dove sederti, servizi che, ed è l'ennesima vergogna italiana, trovi invece in abbondanza nelle aree di servizio all'estero disseminate - se nel frattempo non fagocitare da Atlantia - di grandi aree picnic e pure all'ombra.
Viaggiare per credere.
Quella di trovarsi ancora nel regno Benetton ogni qualvolta si entra in autostrada non è solo una sensazione: chi transita ogni giorno sulle autostrade continua a pagare tanti soldi alla famiglia veneta anche utilizzando il Telepass, ancora saldamente di proprietà della famiglia veneta.
Un servizio di cassa importante e cruciale, strategico, perché oltre a incassare miliardi è anche l'archivio dati dei transiti dei vicoli, tratta per tratta, casella per casello, numeri essenziali per tarare il business di Autostrade, tanto che la nuova Aspi, sta cercando di rimediare lanciando, con il pretesto di agevolare i rimborsi in caso di code, un suo nuovo servizio.
Questo scenario, fra Autogrill e Telepass, svela come il disimpegno della famiglia dei magliari veneti, anche dopo la tragedia di Ponte Morandi costata la vita a 43 persone, è solo di facciata.
Di fatto noi tutti, ebbene ribadirlo, quando ci infiliamo in autostrada, pagando a prezzi sleali un caffè o solo cercando di evitare le code ai caselli, pagando il Telepass, versiamo altri soldi nel grande forziere della famiglia Benetton, che ha scalato ogni classifica e fatto il pieno di consensi anche grazie agli spot politicamente corretti, United of Colors, lo ricordiamo tutti, con tanto di foto di Oliviero Toscani, grande fotoreporter e artista di corte.
Colori uniti per unire i popoli, senza frontiere, come non essere d'accordo, ma adesso, ironia della sorte - perché i nodi, come un ponte malato non curato, prima o poi vengono al pettine - con i Benetton sono inferociti anche gli indigeni latinos Mapuche che li accusano di avergli strappato le terre dei loro avi, nella splendida Patagonia argentina e cilena, per pascolare pecore da lana.
Altra storia opaca di cui poco si parla poco in Italia ma che, nel giorno del quarto anniversario della tragedia di ponte Morandi può venire alla mente sorseggiando un caffè all'autogrill o sfilando lungo una corsia Telepass, nel regno dei Benetton.