GENOVA - "Questa apertura di indagine è importantissima: noi abbiamo sempre denunciato lo scandalo di questa vendita", commenta così Egle Possetti, presidente del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi, l'inchiesta della Procura di Roma sull'operazione che ha portato Cassa Depositi e Prestiti, assieme ai fondi Blackstone e Macquarie, all’acquisto delle quote di Autostrade per l’Italia al Gruppo Atlantia.
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Tre gli esposti di diversi senatori così come le diverse lettere e denunce dei familiari delle 43 vittime del 14 agosto 2018 hanno avuto finalmente un piccolo grande esito, quello di suscitare l'attenzione della Procura: l’inchiesta è formalmente a carico di ignoti ma è evidente che la responsabilità politica sia destinata a ricadere sui governi che hanno costruito e finalizzato l’operazione, che ha portato nelle casse degli azionisti, tra i quali la famiglia Benetton, oltre 8 miliardi di Euro.
"Su questa vicenda c’è stata una omertà incredibile non degna di uno Stato democratico come il nostro, speriamo possa emergere un po’ di luce perché tanti cittadini non sono stati informati debitamente di quanto accaduto attraverso questa cessione"
Sono ferme le parole di condanna di Egle Possetti che fin da subito ha tentato ogni via per evitare che questa scandalosa cessione delle quote di società Autostrade a Cassa Depositi e Prestiti venisse perpetrata, a spese dei cittadini e con un processo come quello sul crollo di Ponte Morandi ancora in corso.
"Speriamo che le indagini possano dare delle risposte. È gravissimo però che ormai i soldi della cessione sono finiti nelle casse degli azionisti, a meno che non ci siano degli esiti sconvolgenti"
La trattativa, infatti, si è conclusa, nonostante i familiari più volte abbiano tentato di far sentire la propria voce. "Noi abbiamo scritto alla Corte dei Conti e non ci è mai stata data una risposta", ricorda Egle Possetti. Per lei e per gli altri impegnati attivamente in questa causa, seppur estromessi come parti civili nel processo di Ponte Morandi, è fondamentale che non ci siano però ripercussioni che potrebbero rallentare il procedimento già in corso, che ha lo scopo di accertare le responsabilità di chi non ha fatto negli anni passati le dovute manutenzioni sul viadotto.
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Come se non bastasse, infatti, l'udienza di lunedì 12 settembre è slittata al giorno successivo a causa dello sciopero degli avvocati penalisti. "Abbiamo scritto alla ministra Cartabia, abbiamo fatto di tutto, ma alla fine lo sciopero è stato confermato. C'è un po' di amarezza nel comitato, ma un giorno non cambia nulla. Lo Stato deve essere in grado di dare giustizia a tutti. Non può esserci una guerra dei poveri, a Genova c'è una situazione gravissima e lo Stato deve fare in modo che proceda tutto per il meglio, altrimenti ai cittadini vengono dei dubbi".