LA SPEZIA - Un conto salato, al pari di altre imprese energivore, per i mitilicoltori spezzini. Gli aumenti erano già allarmanti all’inizio dell’anno tanto da aver portato al Cooperativa dei mitilicoltori ad avanzare celermente con il progetto di copertura del tetto a pannelli fotovoltaici. Ora in pochi mesi i costi legati al consumo energetico sono schizzati.
“I rincari rispetto allo scorso anno sono terrificanti – spiega il Presidente della Coop. Mitilicoltori associati - l’aumento delle bollette negli ultimi tre mesi è impressionante: a fine giungo abbiamo ricevuto una bolletta da 7.770 euro diventata a fine agosto di 22.700 euro”. Pur considerando la stagionalità della produzione a luglio dello scorso anno la bolletta arrivava al massimo a 9.882 euro. “Gli aumento sono follia pura – prosegue Varrella – considerando che la corrente elettrica ci occorre per i frigoriferi, le pompe, l’impianto di depurazione e il resto dei macchinari”.
“Per limitare i danni e dare un segnale in termini ambientali abbiamo accelerato con la copertura di pannelli fotovoltaici e puntare all’autoproduzione -. Aggiunge il Presidente della Cooperativa dei Mitilicoltori -. L’obiettivo è di poterci scollegare dalla rete elettrica per produrre ciò che ci serve e svincolarci dalle bollette e dal giogo delle fonti fossili. A livello nazionale da anni c’erano 60 gigawatt da sbloccare d’energie rinnovabili e ora, pur costretti dalla necessità degli eventi, questo passaggio sta avvenendo con fatica. Si continua a parlare di gas e carbone mentre noi che lavoriamo a stratto contatto con i riflessi del clima abbiamo ben chiaro che se non si cambia alla svelta il futuro non sarà migliore”.
I rincari non sono l’unica difficoltà “Come tutte le aziende e filiere di produzione ci sono dei ritardi. Per esempio, abbiamo ordinato nel febbraio scorso delle molle che servono per un macchinario utile per selezionare i muscoli. Le molle sono arrivate solo a luglio. di non aumentare i prezzi per non pesare sul consumatore, ma dobbiamo evidenziare che purtroppo alla vendita al dettaglio c’è chi non si è comportato allo stesso modo”.
Il paradosso è che le conseguenze dei cambiamenti climatici incidono fortemente e direttamente sulla produzione: l’aumento della temperatura marina di otto gradi ha scatenato il metabolismo e la voracità delle orate comportando a inizio estate ingenti perdite nei vivai. Se i danni del surriscaldamento sono evidenti il valore in termini di sostenibilità dei muscoli resta poco riconosciuto.
“I molluschi bivalvi, come i muscoli e le ostriche, costruiscono il loro guscio con carbonato di calcio sottraendolo al mare – conclude Varrella - per un equilibrio dinamico il mare ripristina la concentrazione di acido carbonico sottraendo CO2 dall’atmosfera. Un quintale di muscoli sottrae 30 chili di CO2 equivalente e a livello nazionale la mitilicoltura sequestra 19mila tonnellate di CO2 equivalenti, svolgendo una grandissima funzione in termini ambientali. Un sistema virtuoso e vorremmo ci fossero riconosciuti i dei crediti di carbonio”.