GENOVA - Sono circa 200 le parti civili ammesse al processo per la tragedia causata dal crollo di Ponte Morandi del 14 agosto 2018. Tra di loro, anche il comitato Ricordo vittime ponte Morandi, il comitato creato dai famigliari delle vittime.
Tra le tante istanze presentate e ora escluse quella dell'associazione a tutela dei consumatori Assoutenti, dell'associazione per i diritti degli utenti e consumatori Aduc ma anche quella di Cna, molti titolari di ristoranti e negozi della zona 'rossa' e anche alcuni degli abitanti di via Porro.
Felicità tra i parenti nell'aula magna di via del Seminario alla notizia, arrivata quasi a sorpresa dopo che il comitato era stato escluso dal gup. Egle Possetti, presidente del comitato Ricordo vittime ponte Morandi, è emozionata: "Siamo contentissimi, ringrazio l'avvocato Caruso che è stato in grado di dimostrare la necessità della nostra presenza nel processo e la legittimità di esserci. Credo che sarà una sentenza molto importante per il futuro di processi del genere in Italia. Siamo contenti e soddisfatti. Oggi si è fatta la storia".
In aula anche Giuseppe Matti Altadonna, che in quella tragica vigilia di Ferragosto perse il figlio Luigi.
"È una vittoria per noi ma lo è anche per la giustizia. Il cavillo che ci avrebbe escluso era assurdo: oggi ha vinto l'Italia"
L'avvocato Raffaele Caruso si dice soddisfatto: "È un riconoscimento di una realtà che si è impegnata per tenere alta l'attenzione su una vicenda cruciale nella storia del nostro paese. Ora siamo emozionati, ma il pensiero deve andare a tutte quelle persone danneggiate che non si vedranno però risarcire nulla. Per il comitato delle vittime però è un bel segnale, perché va a riconoscere l'importanza di unire le forze per far sentire la propria voce e combattere per la giustizia".
Crollo Morandi, riprende il processo con il vaglio delle parti civili - L'UDIENZA
Ammessi al processo anche i sindacati Cisl, Cgil Liguria e Uil Liguria: "Una notizia che accogliamo con piacere – commentano Luca Maestripieri, Igor Magni e Mario Ghini, rispettivamente segretari generali di Cisl Genova, Cigl Liguria e UIL Liguria – Le ricadute sociali e economiche causate dal crollo del viadotto hanno lasciato una ferita ancora sanguinante nel mondo del lavoro genovese. Come sempre siamo in prima linea per tutelare la sicurezza di lavoratori e cittadini in un percorso di giustizia che ci auguriamo possa essere rapido e pienamente esaustivo".
Esclusa invece l'associazione dei consumatori Assoutenti, con il presidente Furio Truzzi che afferma: “Da sempre rispettiamo le decisioni dei tribunali, ma quella sull’esclusione delle parti civili dal processo per il crollo del Ponte Morandi rappresenta una scelta gravissima che avrà ripercussioni su tutto il movimento consumerista italiano. Nonostante tutti gli sforzi fatti per rappresentare al meglio i diritti dei cittadini coinvolti dalla tragedia, il Tribunale, basandosi su normative obsolete e non più al passo con i recenti sviluppi del consumerismo, ha escluso tutte le associazioni dei consumatori dal processo – afferma Truzzi – Una decisione gravissima che crea enormi difficoltà al settore della tutela dei diritti e delegittima i movimenti attivi nella difesa dei cittadini e riconosciuti dallo Stato con severe procedure. Non possiamo che esprimere amarezza e delusione per una sentenza che oltre a conculcare i diritti dei cittadini coinvolti nel crollo farà da precedente per escludere le rappresentanze organizzate e riconosciute dei consumatori dai processi penali. Aver invece ammesso al processo i sindacati dei lavoratori, se da un lato non può che farci piacere, dall'altro ci induce ad accelerare le iniziative per la realizzazione di una legge costituzionale che assicuri pari tutela ai consumatori come ai lavoratori, nell'eguaglianza dei diritti di tutti i cittadini al di là del ruolo socio-economico rivestito” – conclude Truzzi.
Giustizia che continua: alla sbarra davanti a un collegio di tre giudici presieduto da Paolo Lepri ci sono 59 imputati tra ex dirigenti e tecnici di Autostrade e Spea, ex ed attuali dirigenti del ministero delle Infrastrutture e del Provveditorato delle opere pubbliche della Liguria. Le due società erano già uscite dal processo come imputate dopo il patteggiamento a circa 30 milioni.
Secondo l'accusa tutti gli imputati sapevano delle condizioni del ponte ma non sarebbero state fatte le manutenzioni per risparmiare e garantire così più utili. Nelle prossime settimane la procura chiuderà anche le indagini per l'inchiesta bis aperta sull'incuria delle infrastrutture nata dopo il crollo e riguardante le barriere antirumore difettose, le gallerie non a norma e i falsi report sugli altri viadotti che vede coinvolte 56 persone.