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Attualità

La fotografia di quanto sta accadendo tra Bargagli e Davagna con le registrazioni dei sismografi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia
3 minuti e 55 secondi di lettura
di Andrea Popolano

BARGAGLI - Dopo la prima scossa di magnitudo 4 registrata a Bargagli il 22 settembre ne sono seguite altre 15 registrare dai sismografi dell'istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Un evento raro per la Liguria ma la scala Mercalli parla chiaro: in tutti i casi si è trattato di scosse di lieve entità come ha confermato anche il sismologo Stefano Solarino a Primocanale che ha ribadito la necessità di usare toni più consoni alla reale dimensione degli eventi che si sono verificati in queste due settimana (Guarda qui). Inoltre in queste due settimane solo in Italia sono state registrate circa 720 scosse. 

La prima scossa di magnitudo 4, quella sentita a inizio pomeriggio di due giovedì fa a Genova e in gran parte della Liguria, è classificata come scossa moderata. Da lì in poi ne sono seguite altre 15. Di queste solo una ha raggiunto la scala 3: quella cioè registrata alle ore 23,40 dello scorso 4 ottobre con epicentro a Davagna di magnitudo 3.5. Per la scala Mercalli si tratta di una scossa leggera. Sette scosse sono state di magnitudo compreso tra 2 e 2.5, classificate come molto leggere e le restanti cinque come impercettibili

La scala Mercalli è comunque una scala di valutazione dell'intensità di un terremoto eseguita osservando i danni che esso produce sulle persone, cose e manufatti e non è strettamente legata alla magnitudo. Può dunque accadere che la magnitudo sia più alta e i danni minori quindi con un valore della scala Mercalli più basso. Infatti i danni in Liguria di queste scosse si riducono alla caduta di una statuetta dalla chiesa di Pieve Alta in seguito al terremoto dello scorso 22 settembre e ad alcuni calcinacci distaccatasi dal plesso scolastico di Davagna dopo l'ultimo evento nella notte tra martedì e mercoledì.

L'elenco delle scosse degli ultimi 15 giorni in Liguria: il 22 settembre scossa di magnitudo 4 con epicentro a Bargagli. Quello stesso giorno sono seguite le scosse di 1.9 a Bargagli, 1.8 a Davagna e 1.8 a Bargagli. Il giorno seguente, il 23 settembre, i sismografi hanno registrato una scossa di 2.3 con epicentro a Bargagli, una di 1.5 a Davagna e una di 1.6 a Bargagli. Il 25 settembre a Bargagni registrata una scossa di magnitudo 2.5 mentre il 26 settembre sono avvenute tre scosse: a Bargagli di 2.2, al largo di Loano di 2.5 (l'unica lontano dalle zone compresa tra Bargagli e Davagna) e ancora a Davagna di 2.4. Il 27 settembre scossa di magnitudo 2.3 a Davagna. Il 30 settembre scossa ancora a Davagna di 2. Infine una lunga interruzione fino al 4 ottobre quando nella notte si sono registrate le scosse di 3.5 a Davagna, di 2 a Bargagli e di 1.5 di nuovo a Bargagli.

Il sismologo Solarino ha comunque precisato la particolarità del fenomeno. "Per quella zona non esistono precedenti. Le mappe strumentali e storiche mostrano attività solo nel 2022. Questo può accadere per due motivi, ovvero che davvero non ci sono stati terremoti negli ultimi 2000 anni oppure che, essendo molto difficile ricostruire la sismicità storica, non abbiamo potuto ricostruirli" con l'esperto che non esclude possano verificarsi in futuro terremoti di magnitudo più alta rispetto a quello registrato lo scorso 22 settembre. "La geologia ragiona in tempi molto diversi da quelli a cui siamo abituati. Non possiamo escludere che vi siano stati terremoti forti in assoluto se 'allarghiamo' la nostra visuale a tempi più ampi" precisa Solarino.

I TERREMOTI IN LIGURIA - Nella storia sono stati diversi i terremoti che si sono verificati in Liguria. La mattina del 23 febbraio 1887 la Liguria Occidentale venne colpita infatti da tre forti terremoti. L'epicentro era presumibilmente in mare al largo di Imperia, gli eventi provocarono danni gravissimi nei comuni situati tra Sanremo ed Alassio. Crollarono molti edifici, tra cui alcune chiese dove si stavano tenendo le celebrazioni delle ceneri e i fedeli erano riuniti per la cerimonia dell’aspersione. 

La concomitanza con la festività fu una delle cause del grande numero di perdite umane. Solo a Bajardo, in provincia di Imperia, si contarono 220 vittime che, colte dal sisma mentre partecipavano alla funzione religiosa, si accalcarono verso l’uscita rimanendo sepolte dal crollo della volta. Anche a Genova si registrarono molti danni. La festa del “martedì grasso”, ancora in corso al Teatro Carlo Felice, fu bruscamente interrotta: caddero dei grossi lampadari e la gente fuggì in strada, impaurita.

Con una magnitudo stimata compresa tra 6.4 e 7.0, la scossa principale fu avvertita in tutta l’Italia settentrionale, nella Francia meridionale e centrale, in Svizzera e nel Tirolo. Vi furono 631 vittime e alcune città vennero danneggiate tanto gravemente da essere abbandonate. È il caso di Bussana Vecchia, che venne ricostruita più a sud nel 1894.

A seguito delle prime scosse si verificò un maremoto, con un ritiro delle acque sulla battigia fino a 10 metri nel porto di Genova ma che fu ingente anche sulle coste dell’imperiese, dove i testimoni dell’evento riferirono di aver trovato numerosi pesci morti per la lunga esposizione all’aria.

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