GENOVA - Ancora problemi per i negozianti genovesi. Dopo il covid e in piena crisi energetica neanche il meteo sembra essere dalla loro parte. Il problema delle alte temperature che si registrano nell'ultimo periodo e il freddo che non sembra voler arrivare, ricade su chi vende abbigliamento invernale e non solo.
"È un po' la tempesta perfetta", spiega la presidente di Federmoda Confcommercio Genova, Manuela Carena ai microfoni di Primocanale. "Pensavamo ci potesse essere una luce in fondo al tunnel dopo la pandemia, invece questa ottobrata, che da una parte ha risvolti molto positivi per noi sta creando grosse difficoltà. La situazione non è facile tra l'aumento dei costi fissi e la diminuzione del potere d'acquisto dei nostri clienti".
Inoltre, sole e caldo non invogliano i genovesi a passare pomeriggi alla ricerca del perfetto piumino invernale. "La tendenza d'acquisto è quella di comprare ciò che serve, quindi il meteo ci sta mettendo in difficoltà. In tutta Italia si sta registrando un calo degli acquisti del 15, quasi 20%".
Il nuovo Governo dovrà quindi rispondere alla richiesta d'aiuto che arriva anche da questa categoria. "Come federazione chiediamo degli interventi concreti, sia sul costo dell'energia per famiglie e imprese sia sulla diminuzione del cuneo fiscale, che è l'unico modo per dare più potere d'acquisto ai clienti".
"Il rischio che salti la stagione è concreto. Dai momenti di crisi bisogna però trarre opportunità", continua Carena. Il problema degli sconti che da tempo iniziano durante l'alta stagione, a inizio luglio per quelli estivi e inizio gennaio per quelli invernali, continua a pesare sulle casse dei negozi di prossimità. "Mai in un momento come questo potrebbe essere importante spostarli. Da tempo sono un problema all'interno della categoria che non si riesce a risolvere. Questa potrebbe essere l'occasione".
La data fissata per l'inizio degli sconti è il cinque gennaio, anche se sono migliaia i negozi che rischiano di tirare giù la serranda per sempre in tutta Italia. Il dato ligure non è molto diverso: "Il nostro non è un settore energivoro, ma la filiera della moda subisce gli aumenti dei prezzi e quindi il capo che noi acquistiamo diventa costosissimo, oltre che alle nostre bollette dirette che subiscono i rincari. Ora come ora, secondo le nostre stime, sono centinaia le aziende in Liguria a rischio chiusura".