GENOVA - In migliaia sono scesi in piazza a Genova per protestare contro la manovra del nuovo Governo Meloni: lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil ha raccolto diversi manifestanti da parte dei settori più disparati, dal trasporto pubblico alla sanità, passando per il mondo della scuola. Le richieste riguardano i salari dei lavoratori che devono poter sostenere l'aumento delle bollette e del costo della vita, per loro questione prioritaria rispetto "a fare manovre fiscali che riguardano contante, contante, tassa piatta". "Già con il Governo Draghi l'anno scorso avevamo fatto una protesta analoga. Chiediamo un aumento del 5% della detrazione degli stipendi, ma nulla si è mosso", spiega a Primocanale Maurizio Calà, segretario generale ligure della Cgil. "Si potrebbero ricavare dagli extra-profitti delle aziende che si stanno arricchendo proprio grazie ai rincari e alla crisi e che devono essere tassate in questo momento di emergenza".
A parlare sono i dati, che già dopo questi due anni di pandemia hanno visto un incremento in Liguria e nel resto d'Italia della povertà. "La Liguria non è una regione poverissima poiché ha avuto anche un risparmio importante negli anni", commenta Calà.
"Eppure in una regione di un milione e mezzo di abitanti noi abbiamo 331 mila persone che denunciano una condizione di povertà, di queste circa 160.000 sono persone che lavorano ma che hanno un'occupazione precaria"
E il precariato sta diventando una regola del mondo del lavoro, che si dice versatile, ma si legge instabile e purtroppo sempre più spesso sottopagato, specialmente per i più giovani. La preoccupazione di associazioni sindacali e lavoratori è proprio questa.
"È vero che l'occupazione in Liguria cresce, ma l'82% dei nuovi occupati trova un posto precario e con redditi bassi"
Quello che si chiede alla politica, al di là delle ideologie, è più stabilità e stipendi adeguati per sostenere una vita sempre più cara. Altrimenti il numero di 6 milioni di poveri in Italia è destinato a crescere nei prossimi mesi. Secondo la Cgil, è stata una mossa sbagliata quella di reinserire i voucher, "uno schiaffo in faccia a chi lavora onestamente": "A chi e a che cosa serve un tagliando per un'ora di lavoro, non è con le prestazioni occasionali che si fa da traino all'economia".