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Attualità

Salgono quindi a 42 i comuni con almeno un caso di positività accertata e a 3 le province colpite dall'emergenza che non sembra fermarsi da sola
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di Aurora Bottino

GENOVA - Due nuovi casi di peste suina in Liguria. Dopo quello registrato ieri a Pareto, in provincia di Alessandria, due nuovi cinghiali sono risultati positivi al virus in Liguria: uno a Sassello, il primo in provincia di Savona, e l'altro a Rossiglione, a Genova, che arriva così al suo 14esimo caso.

Da più di un mese non si registravano segnalazioni nella Regione mentre dall'inizio dell'emergenza, nella 'zona rossa' della Liguria, il totale delle positività accertate dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte Liguria e Valle d'Aosta, tutte in cinghiali, sono state 73.

Salgono quindi a 42 i comuni con almeno un caso di positività accertata e a 3 le province colpite dall'emergenza che non sembra fermarsi da sola tra abbattimenti non ancora arrivati al numero immaginato, chilometraggio di rete metallica accanto alle autostrade e statali stoppato per scarsità di risorse governative e la rabbia dei cacciatori per necessità di mettere mano al proprio portafoglio a fine battuta e il divieto di "portarsi a casa" la preda, anche se negativa al virus (LEGGI QUI). 

Peste suina, approvato piano interventi urgenti: abbattimenti in aumento del 180% - LA NOTIZIA

Anche se non trasmissibile all'uomo la Peste suina può avere conseguenze gravi sia a livello economico che sociale, incidendo sulla redditività degli allevamenti e condizionando pesantemente le movimentazioni di suini e dei relativi prodotti all'interno dell'Unione Europea nonché le esportazioni verso paesi terzi. L'epidemia tra i suini può decidere 2 punti di pil, incidendo sulla vita degli italiani.

Proprio per questi problemi Regione Liguria sta spingendo per accelerare il lavoro da svolgere in vista di una possibile parola "fine" alla zona rossa, attiva ormai da un anno. A inizio dicembre è infatti stato approvato il piano regionale di interventi urgenti per la peste suina, che prevede l'incremento del prelievo venatorio da parte delle squadre di caccia, aumentando gli abbattimenti annuali del 180%, tramite la promozione della caccia di selezione del cinghiale e il contemporaneo aumento delle attività di controllo.

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