GENOVA - Dopo anni di restrizioni torna alla normalità anche l'esame di Stato, con le "novità" decise dal ministro dell'Istruzioni che ricordano la vita pre-covid.
Lo ha detto Giuseppe Valditara ai microfoni della Stampa, che l'ha definita come la scelta "più ragionevole" dopo essersi confrontato con "esperti ed addetti ai lavori": "Si torna alla normalità e cioè all'ultimo esame di Stato con le regole pre-covid". Un'idea sulla falsa riga dell'operato dell'ex ministro, Patrizio Bianchi, che già nel 2022 aveva fatto tornare gli scritti, dicendo addio al maxi orale elaborato durante il boom del virus.
Due scritti, orale interdisciplinare, il ritorno dei tre commissari esterni e la vera novità: il debutto delle prove invalsi come requisito di ammissione all'esame. Non faranno media e non saranno un tema di valutazione dello studente, ma per la prima volta saranno necessari per svolgere gli esami. Eliminata quindi, almeno per quest'anno, la possibilità di rendere un requisito l'ex alternanza scuola-lavoro: "Nessuna ostilità", puntualizza il ministro, aggiungendo che l'eccezione è dovuta al fatto che "la normativa prevede un monte ore che purtroppo per il Covid molti non hanno potuto rispettare".
SCRITTO - Le prove scritte, due, saranno legate alle tracce decise dal ministero, proprio come prima della pandemia.
ORALE - Il ministro ha spiegato che vorrebbe renderlo un po' più interdisciplinare, affinché si valorizzino le competenze degli studenti e la loro capacità di fare collegamenti tra materie.
COMMISSIONE - Tornano i tre docenti "esterni" che formeranno la commissione insieme a tre "interni" e il presidente, proprio come deciso nel 2017: la commissione dovrà essere mista.