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Attualità

Sulla banchina Artom del porto della Spezia si apre il problema della possibile prima applicazione del Decreto Piantedosi
2 minuti e 25 secondi di lettura
di Emanuela Cavallo

LA SPEZIA - Sbarcati tutti i migranti, finisce l'emergenza accoglienza, mentre la Geo Barents rimane vuota, ancora attraccata a calata Artom. La sua, infatti, non sarà una ripartenza immediata come avevano auspicato i vertici di Medici senza frontiere: gli accertamenti per verificare se l'equipaggio della nave di Medici senza frontiere ha violato o meno il decreto Piantedosi sono cominciati proprio questa mattina.

"Siamo in attesa di sanificare la barca e siamo pronti per ripartire - aveva detto il capomissione di Medici senza frontiere, Matias Gil, nel pomeriggio di domenica -. Faremo richiesta di lasciare il porto seguendo una procedura di routine. Non abbiamo sentito né ricevuto nessuna notificazione e per ora siamo tranquilli. A livello locale lo sbarco è andato bene organizzato con la mutua collaborazione dell’autorità locali. Noi appena potremo ripartiremo perché ci sono persone che continuano a morire in mare, lungo la rotta della morte".

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Sulla banchina Artom del porto della Spezia si apre il problema della possibile prima applicazione del Decreto Piantedosi. La nave rischia il fermo sino a due mesi e il capitano una sanzione da 10 a 50 mila euro. Il decreto in questione prevede che le navi delle Ong debbano fare rotta sul 'porto sicuro' appena indicato all'equipaggio, senza ulteriori detour o stop. La Geo Barents sarebbe stato il primo rescue vessel a trasgredire le norme. La nave battente bandiera norvegese infatti, dopo il primo salvataggio a largo della Libia di circa 65 migranti, aveva ricevuto ordine di fare rotte verso La Spezia, ad oltre 100 ore di navigazione, durante il viaggio però aveva risposto alla richiesta d'aiuto di altri due gommoni carichi di persone, facendo arrivare il suo totale a bordo a 237.  

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"Siamo in attesa di sanificare la barca e siamo pronti per ripartire - aveva detto il capomissione di Medici Senza Frontiere, Matias Gil, nel pomeriggio di domenica -. Faremo richiesta di lasciare il porto seguendo una procedura di routine. Non abbiamo sentito né ricevuto nessuna notificazione e per ora siamo tranquilli. A livello locale lo sbarco è andato bene organizzato con la mutua collaborazione dell'autorità locali. Noi appena potremo ripartiremo perché ci sono persone che continuano a morire in mare, lungo la rotta della morte".

Diversa la visione delle autorità:

"L'organo accertatore è la Polizia di Stato supportata dalla Capitaneria di Porto - spiega il prefetto Maria Luisa Inversini - Non siamo in grado di dare i tempi, sono accertamenti complessi e vedremo quello che succederà. La nave per ora resta qua. Spetta all'organo accertatore stabilire la sanzione che verrà comminata".

Il decreto intanto crea scompiglio: questa mattina, come annunciato durante la giornata di sabato durante l'arrivo della nave, ci sarà una manifestazione di protesta proprio contro il provvedimento davanti alla capitaneria spezzina.

 

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