GENOVA - Cresce il malcontento tra la popolazione genovese ad un mese esatto dall'entrata in vigore della nuova ordinanza anti-smog, che per molti abitanti rappresenterà una pesante limitazione alla libertà di movimento, specialmente per chi risiede nelle estreme periferie o nei comuni confinanti con il territorio di Genova. Lo stop riguarderà le auto ed i veicoli commerciali a benzina Euro 0-1, diesel Euro 0-1-2-3, motocicli e ciclomotori Euro 0-1.
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Molte sono le testimonianze che ogni giorno trovano spazio sulle pagine dei social o tramite messaggi diretti alla redazione, dai piccoli imprenditori che si troveranno impossibilitati a lavorare ai normali cittadini che non potranno più accedere a servizi essenziali non presenti nei piccoli comuni dell'entroterra. Le richieste dei cittadini non sono poi così esagerate; dalle valli Polcevera e Bisagno, ma anche da Arenzano, Mele, Masone, Montoggio e Bogliasco si è alzato un coro unanime per convincere la giunta Bucci a rivedere, almeno in parte, il testo di un provvedimento che da subito è apparso troppo restrittivo rispetto a quelli attuati dalle altre grandi città del Nord Italia.
Milano e Torino, ad esempio, danno la possibilità di raggiungere i parcheggi di interscambio a tutti i veicoli ed in alcuni casi anche i caselli autostradali o le tangenziali. Stando alla stesura attuale, ad esempio, un possessore di un'auto diesel Euro 3 (ancora molto diffuse) sarebbe privato della libertà di raggiungere l'autostrada aperta alla circolazione di tutti i veicoli per poi dirigersi verso territori liberi da restrizioni. Tra il parco circolante ligure i numeri legati ai veicoli che verrebbero stoppati dall'ordinanza prossima ad entrare in vigore dal 1 marzo 2023 sono ancora alti, come testimoniato dal titolare di un centro revisioni del Ponente genovese.
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