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Attualità

Va subito chiarito che la differenza tra un veicolo storico ed uno semplicemente vecchio è netta e le due condizioni non possono essere equiparate
2 minuti e 23 secondi di lettura
di Stefano Bertuccioli

GENOVA - A due settimane dall'entrata in vigore della nuova ordinanza anti-smog che ha gettato nel panico decine di migliaia di cittadini del comune di Genova e della Città Metropolitana c’è grande attesa per le modifiche a cui la giunta Bucci ha aperto e che sono parse da subito necessarie.

Le nuove norme non colpiranno i veicoli iscritti ai registri storici e c’è chi tra le righe ha interpretato un possibile buco nel regolamento, paventando la più classica delle soluzioni all’italiana; questo ha innescato una serie di domande, polemiche e pure un po’ di malcontento da parte di chi sta per vedersi stoppare un veicolo vicino ai vent’anni di età, quindi senza il requisito principale per essere iscritto ai registri che però da solo non è sufficiente.

Va subito chiarito che la differenza tra un veicolo storico ed uno semplicemente vecchio è netta e le due condizioni non possono essere equiparate.

I registri sono nati per preservare i veicoli di interesse storico, che fanno parte del patrimonio culturale del nostro paese e che in molti casi sono dei veri e propri monumenti viaggianti. In Italia esistono diversi enti per il riconoscimento del valore storico dei veicoli; si va dall’Asi al Club Aci Storico, passando per il Registro Storico della Federazione Motociclistica Italiana e per tantissime altre realtà che uniscono gli appassionati di motori e non solo di tutto lo Stivale.

Ogni ente conta diversi ispettori, che devono esaminare le richieste di iscrizione e valutare con il massimo scrupolo le condizioni del mezzo, che deve presentarsi in perfetto stato di conservazione e con tutte le sue parti originali; non bastano solo le due decadi di età.

Chi è in possesso di un veicolo vecchio ed in cattivo stato si metta il cuore in pace: i registri storici hanno il fine citato nelle righe precedenti e non devono essere intesi come un escamotage per aggirare la norma.

La classica domanda: "Perché loro con i veicoli storici possono circolare e io no?" è più che lecita, ma trova risposta molto facilmente. Le auto e le moto storiche appartengono ad appassionati che mai le userebbero per gli spostamenti quotidiani, troppo gravosi ed usuranti per mezzi con parecchi decenni sulle spalle, conservati in perfetto stato per essere esibiti in raduni o manifestazioni dedicate. Chi investe tempo, soldi e fatica in un restauro estetico e meccanico non lascerebbe mai la propria Lambretta o Vespa anni ’70 posteggiata in mezzo alla strada per ore o non parcheggerebbe di certo una Lancia Fulvia tra le auto dei pendolari frettolosi e talvolta distratti alla stazione.

L'esclusione dei veicoli storici dall'ordinanza (come peraltro già attuato nelle altre grandi città) non deve essere vista come un privilegio per pochi eletti ma come un atto di salvaguardia verso alcuni modelli di mezzi di trasporto che in passato hanno lasciato un segno indelebile nel costume, nello sport ed in generale nella cultura nazionale.

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