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Attualità

Il caro carburante non colpisce però solo il mondo del commercio, sono molti genovesi che hanno deciso di trovare soluzioni alternative per muoversi in città. Tra queste la bici, anche se il prezzo della benzina non è l'unico motivo
2 minuti e 7 secondi di lettura
di Aurora Bottino

GENOVA - Bike sharing, cicloparcheggi, rastrelliere e piste ciclabili. Diciamo che gli ingredienti per diventare una piccola Copenaghen, sulla carta, Genova inizia ad averli. Ma i problemi rimangono, come quelli legati alla morfologia del capoluogo ligure, del poco rispetto per chi si sposta con il mezzo a pedali ma anche della poca praticabilità di molte piste ciclabili: strette, pericolose e spesso invase da automobilisti distratti.

Le telecamere dell'Inchiesta di Primocanale sono andate sulla lunga pista ciclabile di corso Italia, nuovo progetto del Comune di Genova che ha sollevato molte polemiche e che ha visto un cambio in corsa, proprio per scoprire chi ma soprattutto perchè sceglie di usare la bici o altri mezzi più "ecologici" per muoversi in città.

"Avere un'auto qui costa troppo", racconta un ragazzo iraniano che studia ingegneria a Genova e si muove con il monopattino elettrico. "Il prezzo del carburante è altissimo, per non parlare del parcheggio. Non c'è mai, e quando c'è lo paghi uno sproposito. Per questo ho preso la decisione di usare il monopattino elettrico e sono molto contento. Certo bisogna stare attenti, le strade sono strette e a volte mi tocca scendere e camminare, però mi sembra la soluzione ideale. Al massimo lo chiudo e salgo sull'autobus".

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C'è anche chi ama muoversi in bicicletta e lo ha reso un lavoro, oltre che una passione: "Sono un po' di parte perchè ho un negozio di biciclette", racconta un giovane dotato di casco e guanti. Ho dismesso completamente la moto: sono stato vespista per anni, poi ho smesso, certo a livello emotivo è stata dura ma mi ha dato una grande soddisfazione".

"La libertà di movimento è chiaramente limitata, per come è fatta Genova, sicuramente per muoversi verso l'entroterra devo organizzarmi in altri modi, però in città mi muovo bene, si può fare. C'è anche da dire che chi vive a levante è privilegiato: muoversi a Sampierdarena non è proprio come muoversi in corso Italia"

Oltre agli appassionati, c'è anche chi ha deciso di viaggiare sulla pista ciclabile della promenade di Albaro dopo l'aumento del traffico legato alla sua costruzione: "Io cerco di andare a lavorare in bicicletta il più possibile. Ho iniziato a farlo perchè non ne potevo più del traffico che si è venuto a creare dopo che sono iniziati i lavori per questa pista ciclabile, quando corso Italia era a una corsia. A quel punto ho deciso di provare: i consumi casa e ufficio mi fa piacere che non ci siano più ma soprattutto ci guadagno in salute".

 

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