Inchiesta, turismo a numero chiuso. "Tornelli a Boccadasse? No grazie"

GENOVA - Turismo a numero chiuso, o perlomeno, regolato. È questa la richiesta che è arrivata dai sindaci delle Cinque Terre dopo una Pasqua da tutto esaurito che ha fatto tornare sotto la luce dei riflettori l'argomento turismo e fragilità del territorio.

L'ordinanza del sindaco di Portofino Matteo Viacava che istituisce "zone rosse" dove è vietato sostare o la decisione del sindaco di Monterosso al Mare, Emanuele Moggia, di trasformare a senso unico il Sentiero Azzurro, hanno fatto il giro della Liguria, arrivando alle orecchie del sindaco di Genova Marco Bucci. Incalzato, il primo cittadino 'zenese' si è detto assolutamente contrario al numero chiuso e critico rispetto a ipotetiche limitazioni. "Io sono favorevole a una gestione manageriale del turismo, per far sì che i turisti vivano esperienze culturali e gastronomiche. Altrimenti cosa ci vengono a fare a Genova?", ha risposto ai giornalisti.

I microfoni di "Inchiesta, 5 territori un tema" sono quindi andati a sentire cosa ne pensano i ristoratori e i commercianti di una delle zone più turistiche del capoluogo ligure, la splendida e sempre pienissima, Boccadasse. L'antico borgo marinaro è infatti meta preferita di turisti da tutto il mondo in visita a Genova ma anche degli stessi genovesi.

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"Oggi mi sembra un po' anacronistico parlare di numero chiuso", racconta ai microfoni di Primocanale Alessio Pastine, presidente del Civ di Boccadasse e proprietario del noto locale La Strambata, a un passo dalla famosa spiaggia. "Siamo passati al troppo vuoto durante il covid al 2023, e ora il problema è troppo pieno? Secondo me non c'è una cura vera e propria al problema delle Cinque Terre, se non quello di cercare di offrire ancora più servizi magari e gestire i grandi flussi che arrivano".

"È un indotto che deve continuare a girare per alimentare tutto quello che sono poi le attività commerciali della zona - continua -, perchè Boccadasse ha bisogno di tutte le persone che arrivano, se non di più".

E la miscela perfetta del borgo marinaro è fatta di turisti stranieri e liguri, ma anche tanti genovesi che, oltre a non stancarsi mai della vista, si trovano purtroppo costretti a prendere una decisione: "Qui è anche un discorso particolare, perchè i genovesi la domenica molto spesso decidono di passare il pomeriggio qui sulla spiaggia in pieno relax, spesso anche a causa delle autostrade".

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"Mi è capitato settimana scorsa di dover portare mia figlia a Borghetto Santo Spirito. Ci ho messo tre ore di macchina. Uno strazio. Se voglio andare a Sestri Levante ci metto quasi due ore. È chiaro che un genovese, se può scegliere, sceglie di rimanere all'interno della propria città anche per questo. Poi le navi da crociera sono ripartite, ci sono americani, canadesi, tantissimi turisti che arrivano in aereo".

"E oggi cosa facciamo? Blocchiamo? Mettiamo i tornelli, il ticket? Così il turista straniero che arriva e non sapeva di dover prenotare prende e va da un'altra parte? Assolutamente no".

Se si deve lavorare su qualcosa, secondo Pastine, è l'offerta di servizi. "Qui a Boccadasse - conclude Pastine - io ho l'unico bagno pubblico in tutta la piazza. Un conto è d'inverno, ma d'estate si formano code da anche 50 persone. Su quello si potrebbe e dovrebbe lavorare".