GENOVA - La notte del 13 gennaio di dieci anni fa la nave Costa Concordia si incagliò a largo delle coste dell'Isola del Giglio, causando la morte di 32 persone. Nessun risarcimento potrà ridare loro la vita ma certamente andava fatto qualcosa per le loro famiglie e per i sopravvissuti. Per questo Assoutenti, insieme ad altre associazioni, si era impegnata a sostenere economicamente i naufraghi, stanziando 66,4 milioni di euro per i 2623 passeggeri.
"Il caso della Concordia è unico nel suo genere non solo per la gravità dell’incidente, ma anche per la velocità con cui si è riusciti ad ottenere un risarcimento in favore dei passeggeri in soli 15 giorni – spiega il presidente Furio Truzzi – Subito dopo il naufragio Assoutenti insieme ad altre 14 associazioni di consumatori si è attivata presso Costa Crociere avviando complesse trattative volte a definire gli indennizzi per chi, la notte del 13 gennaio 2012, si trovava a bordo della Concordia: un percorso che ha portato a risarcire i naufraghi italiani con importi che variano dagli 11mila ai 14mila euro, sia per il danno da vacanza rovinata, sia per la perdita dei propri beni personali".
"Tempistiche senza precedenti per il mondo del consumerismo - aggiunge Truzzi - poiché per la prima volta in Italia si è arrivati a risarcimenti diretti in tempi rapidissimi, senza passare per tribunali e cause legali e risparmiando ai naufraghi la complessa e costosa macchina della giustizia che (si vedano casi analoghi come quello delle vittime dell’Eternit, oltre 20 anni di tribunale per risarcimenti massimi di 27000 euro in caso di morte) avrebbe impiegato anni a riconoscere i diritti dei passeggeri".