GENOVA - "Il senso dell'ordinanza non è di limitare la libertà delle persone ma di aumentarla, per non avere ragazzini ubriachi in giro, libertà di chi vuole trascorrere una serata in tranquillità, libertà di tutti". Così il sindaco di Genova Marco Bucci, a margine della cerimonia di avvicendamento in Capitaneria, ha risposto alle domande dei giornalisti sull'ordinanza anti-alcol dei giorni scorsi.
Dal 3 luglio è infatti entrato in vigore il divieto dalle 16 alle 8 del giorno successivo di consumo e detenzione finalizzata all’immediato consumo sul posto (contenitori privi della chiusura originaria) di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione a chiunque, in area pubblica e aperta al pubblico a eccezione delle superfici di somministrazione autorizzate (dehors).
Inoltre, su tutto il territorio comunale, l’attività di vendita per asporto di bevande alcoliche e superalcoliche in qualsiasi contenitore deve terminare, ogni giorno, alle 21 fino alle 6 del giorno successivo, esclusa l'ipotesi in cui l'impresa venditrice si occupi del servizio di trasporto e consegna della merce all'indirizzo dell'acquirente.
"Variarla? Ci stiamo lavorando e sicuramente ci saranno dei correttivi", continua Bucci. Dall'entrata in vigore del divieto è nata infatti la polemica, sia da parte dei cittadini che da parte della categoria dei commercianti.
"Criminalizzare il semplice consumo in strada di una pizza e di una birra non contribuisce al decoro della città nè alle esigenze dei pubblici esercizi": a dirlo in una nota congiunta sono Massimiliano Spigno, presidente provinciale di Confesercenti, e Alessandro Cavo, presidente di Confcommercio Genova, che chiedono al Comune di Genova di rivedere l'ordinanza. Solo il giorno prima l'assessore alla sicurezza Sergio Gambino aveva spiegato un percorso di ascolto di cittadini e commercianti proprio per capire le criticità e trovare una soluzione.
"Certamente resta il problema di chi va in spiaggia a farsi una pizza con una birra e me l'ha detto anche mio figlio: faremo in modo che si possa fare, finché si tratta di una pizza o una birra che non hanno mai fatto male a nessuno. È sciocco e lo modificheremo - ha aggiunto il primo cittadino -. Deve rimanere il fatto che certe situazioni sono assolutamente inaccettabili e vanno risolte. Abbiamo bisogno certamente di una stretta, qualcosa di più rigido. Ma se questo non dovesse essere la soluzione migliore la cambieremo non appena ne avremo un'altra, nei prossimi quindici giorni ci saranno sicuramente delle modifiche".