GENOVA - Il green e l'elettrico: due mondi che sono alla ribalta perché potrebbero rappresentare il Futuro, ma che non possono non far porre alcuni interrogativi. A Genova, in meno di dieci giorni, sono stati due gli episodi al centro dell'attenzione: da una parte un motorino elettrico che ha preso fuoco in galleria, dall'altra l'incendio divampato quest'oggi in una scuola di Mignanego, dove a infiammarsi è stato il tetto con i pannelli solari. Un episodio che, fortunatamente, non ha causato vittime o feriti ma che apre un dibattito in tema di sicurezza.
I pannelli sono soggetti alla possibilità di prendere più facilmente fuoco rispetto a un tetto normale, i motivi possono essere molteplici: la scarsa manutenzione, l'uso di materiali di bassa qualità e i possibili errori durante l'installazione. Sull'episodio avvenuto nella scuola elementare e media Benedetto Croce di Mignanego sono ancora in corso gli accertamenti ma, da una prima ipotesi, potrebbero essere state le elevate temperature che hanno surriscaldato i pannelli o una mancata pulizia, richiesta in modo costante, alla base dell'accaduto. Quando si installano bisogna partire dalla consapevolezza che il rischio che si sviluppino incendi c'è, soprattutto durante il periodo estivo o sotto violenti temporali.
Proprio durante i mesi del Superbonus sono stati numerosi, come hanno spiegato i vigili del fuoco, gli interventi per contenere e domare gli incendi: alla base delle fiamme l'erronea installazione dei pannelli. I danni possono essere di diversa natura: dai problemi al singolo pannello fino ad arrivare a quelli legati alla copertura e al sottotetto dell'edificio. Nel caso della scuola Croce, fortunatamente, non erano presenti né studenti né insegnanti. È fondamentale quindi, una volta deciso di montare pannelli solari o fotovoltaici, accertarsi che l'installazione avvenga in modo attento e preciso, perché spesso è proprio l'approssimazione a essere alla base del rischio. È necessaria poi una manutenzione maggiore, più adeguata, che comporti una presenza più costante di tecnici e manutentori. Tutti elementi che impegnano maggiormente la scelta di ricorrere ai pannelli.
Non solo il fotovoltaico ma anche l'elettrico, con un episodio che lo scorso 9 agosto ha visto andare in fumo 4 mila euro in 60 secondi, senza provocare danni fisici al proprietario. Uno scheletro carbonizzato che ti aspetteresti più da uno scooter a due tempi degli anni 2000 rispetto a un elettrico nel 2023. L'uomo ha raccontato proprio a Primocanale che nei due anni di utilizzo del motorino qualche "problemino" lo ha sempre avuto, tra cui quello di doverlo caricare ogni due giorni. Sono ancora in corso le statistiche per capire se i veicoli elettrici siano più a rischio incendio rispetto agli altri. Quello che è certo però è che le batterie dell'elettrico, quando si incendiano, sono praticamente impossibili da spegnere.
Un problema, in effetti, non da poco, soprattutto per salvare la propria incolumità. Allora l'unico consiglio che arriva dai vigili del fuoco, quando si vede il proprio mezzo a due ruote avvolto dalle fiamme, è quello di allontanarsi subito senza provare a spegnerle. Il futuro passa dalle energie alternative? Per farlo dovrà avere consapevolezza e contezza non solo del risultato finale che può garantire, ma anche di come può garantirlo. Perché il rischio calcolato, in tema di ambiente ed ecosostenibilità, non dovrà trascendere dalle "fiamme facili".
IL COMMENTO
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