GENOVA - Sarà composta da oltre 300 persone la delegazione genovese dell’ex Ilva che questo venerdì scenderà in piazza a Roma. I sindacati Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm chiedono al governo risposte certe per quanto riguarda la produzione siderurgica nel Paese. La delegazione genovese raggiungerà la capitale in pullman, treno e auto.
Nello stabilimento genovese di Cornigliano è stato più volte denunciata la mancanza di sicurezza così come la sottoproduzione di quest’anno. Sono circa mille i lavoratori ex Ilva a Cornigliano. Da Regione Liguria e Comune di Genova è arrivato l’appoggio alla lotta sindacale portata avanti a Genova.
Proprio nel capoluogo ligure tre settimane fa i lavoratori sono scesi in piazza per far sentire la propria voce (Clicca qui). Un “Basta cassa” integrazione che ha l’obiettivo di smuovere l’amministratore delegato Lucia Morselli e il governo dalla situazione di stallo. Per il processo di decarbonizzazione previsto servono oltre 5,5 miliardi di euro, una cifra che al momento non sembra esserci.
A Genova poi si è aperta la questione dell’accordo di programma del 2005 con i sindacati che per la prima volta in 18 anni hanno aperto alla possibilità di rivedere quanto scritto più di salvare occupazione e reddito dei lavoratori ex Ilva (Clicca qui). Al centro soprattutto la questione delle aree. Oltre mille metri quadrati in una zona strategica della città di Genova che fanno gola a molti come ha spiegato il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti all’indomani dell’incontro avuto con il ministro del Made in Italy Adolfo Urso (Clicca qui).
Attualmente Mittal controlla il 62% di Acciaierie Italia e un altro 32% è in mano alla società del tesoro Invitalia controllata dallo Stato. L'opzione di riportare il gruppo sotto il controllo governativo va sfumando.
La produzione di Genova Cornigliano è direttamente collegata a quanto accade a Taranto, senza materiale dal polo centrale anche Genova rischia di restare al palo. A inizio estate i sindacati hanno denunciato la mancanza di pezzi di ricambio, fatto che genera il fermo dell'impianto, inoltre è sotto la produzione prevista la banda stagnata, fondamentale per lo stabilimento di Cornigliano perché è l'unico in Italia capace di produrla.