ARENZANO - Non appena si scende dal treno alla stazione di Arenzano, la prima cosa che si sente in lontananza sono le grida dei pavoni. Già questo fa capire il perché il Comune abbia deciso di regalare una parte di questi volatili, che da anni abitano nel parco e che ultimamente sempre più escono dai confini di Villa Sauli Pallavicino per 'esplorare' la città. E ancora nelle ultime settimane i residenti hanno lamentato il pericolo di incidenti, per la loro presenza sulle strade, e hanno documentato anche alcuni danni alle auto parcheggiate.
Tra chi si è subito fatto avanti per adottare i pavoni c'è l'associazione ApiGenova che vuole portarli sulle alture di Molassana, a Struppa, nella splendida cornice dell'apiario urbano. Qui - come abbiamo raccontato nel corso dell'ultima puntata di Primocanile, il nostro format dedicato agli animali - non abitano soltanto milioni di api: c'è già infatti un pollaio che ospita diverse galline, nell'ottica di promuovere la produzione a km zero tra uova e miele. "Con il municipio Alta Valbisagno, abbiamo chiesto di avere un po' di pavoni perché all'interno di quest'area vengono tanti bambini in visita e tanti cittadini e il pavone è un elemento bellissimo d'arredo in un territorio come questo", spiega l'esperto apistico Marco Corzetto, che ci ha guidato alla scoperta di quest'area. Ma perché ancora non sono arrivati a destinazione?
"Purtroppo ci prendono in giro: sono molto difficili da catturare, andiamo con le reti, si dà loro da mangiare, vengono a due passi, ma appena vedono la rete scappano. Quindi ci continuano ad osservare dall'alto dei caseggiati e degli alberi, ma non si fanno prendere"
Un'impresa decisamente complicata che vorrebbe portare i pavoni in un'area certamente meno frequentata, dove potrebbero godere del verde che circonda l'apiario, e rendendo più leggera la convivenza degli arenzanesi con la colonia che negli anni si è moltiplicata ed estesa in tutto il paese anche a causa di chi ha dato loro da mangiare.
IL COMMENTO
"Breathe": la politica ha il dovere di ricordare i giorni del Covid
Il docufilm sul Covid, una lezione per la giunta che deve rifare la sanità