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L'appello del Sappe: "Fondamentale che le istituzioni raccolgano nuovamente il nostro appello: investite nella sicurezza per avere carceri più sicure"
1 minuto e 32 secondi di lettura
di Au. B.

Un detenuto ristretto nella Casa circondariale di piazzale Marassi a Genova, di nazionalità italiana, è stato arrestato dalla Polizia Penitenziaria dopo che, durante la fruizione del campo ha cercato di occultare circa 40 grammi di droga nel retto. Ne ha dato notizia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per voce del segretario per la Liguria Vincenzo Tristaino il quale precisa che per l’uomo scoperto in flagranza di reato, è stata disposta la custodia cautelare. 

La denuncia del sindacato: "Fenomeno in crescita"

Donato Capece, segretario generale del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, commenta: “È oramai continua l'azione di contrasto per l'introduzione, la detenzione e l'uso di telefoni cellulari e droga in carcere che vede quotidianamente impegnati gli uomini e le donne del Corpo di Polizia penitenziaria. È un fenomeno sempre più in crescita di quello dei tentativi di introduzione di sostanze stupefacenti a livello nazionale negli Istituti di pena che di materiale atto alle comunicazioni, come i telefonini. L’operazione è la testimonianza della professionalità della Polizia Penitenziaria, che oltre a partecipare attivamente all’opera di rieducazione e trattamento, svolge con abnegazione e competenza l’attività di Polizia”, prosegue. 

“Per questo”, rimarca, “è fondamentale che le istituzioni raccolgano nuovamente il nostro appello: investite nella sicurezza per avere carceri più sicure. Questo vale per Marassi ma anche per tutte le altre strutture detentive siciliane. Il Corpo di Polizia Penitenziaria ha dimostrato, negli anni, non soltanto di costituire un grande baluardo nella difesa della società contro la criminalità, ma ha anche dimostrato di avere in sé tutti i numeri, le capacità, le risorse, gli strumenti per impegnarsi ancora di più nella lotta contro la criminalità, per impegnarsi non soltanto dentro il carcere, ma anche fuori dal carcere”, conclude il leader del Sappe.

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