LA SPEZIA - Il caro bollette incide sul prodotto simbolo del Golfo della Spezia: i muscoli. I consumi dello stabulatore di Santa Teresa si aggirano mensilmente tra i 30/35 mila chilowatt con picchi di maggior fabbisogno energetico nella stagione estiva quando è necessario refrigerare l’acqua prima dell’emissione nel mercato del prodotto.
La cooperativa dei mitilicoltori spezzini ha calcolato un aumento annuo medio dei costi intorno ai 50mila euro per il solo fabbisogno energetico.
"Facciamo dei raffronti portando come esempio le ultime bollette perché il quadro è veramente allarmante: a settembre del 2020 la spesa è stata di 6.200 euro, lo stesso mese nel 2022 siamo passati a 9.100 euro -. Spiega Federico Pinza direttore della Cooperativa -. A dicembre 2020 la bolletta era di 4.800 euro, nell’ultimo mese del 2021 siamo passati a 12.800 euro. Il confronto è pesantissimo e queste cifre sono insostenibili, speriamo in un urgente ridimensionamento. Al momento l’aumento del servizio è ricaduto sui soci, ma è chiaro che graverà sul prezzo del prodotto al consumatore. Oltre al costo dell’energia cresce la spesa per i materiali utili alla produzione e incidono ulteriormente anche le spese di trasporto. Le concessioni demaniali sono passate da un costo minimo di 300 euro a 2500 euro, talvolta parliamo di questa cifra solo per un semplice gavitello".
"Saremo costretti a rivedere i listini di commercializzazione con aumenti dal 15% al 30% - aggiunge Pinza -. Stiamo attuando politiche a sostegno di una produzione e confezionamento maggiormente sostenibile in relazione ai materiali, come le reti. Puntiamo alla realizzazione di un impianto fotovoltaico da 300 mila euro che vada a coprire il tetto della nostra struttura di viale San Bartolomeo 156 e ci permetta l’autoproduzione energetica con capacità di 200 kWp e possibilità di accumulo di 50 chilowattore. È l’unico modo per poter guardare al futuro. Siamo già in fase di progettazione ma abbiamo bisogno d’aiuto nel reperire le risorse necessarie velocemente" conclude Pinza.