Non c'è pace per i tanti produttori della piana di Albenga nel savonese, travolti dall'esondazione dei rivi durante l'allerta della scorsa settimana che ha messo in ginocchio le loro aziende, falciando letteralmente i loro fiori, le loro piante, le colture di cui sono tra i maggiori produttori nazionali.
Dai crisantemi alle piante aromatiche, Albenga si è trasformata in poche ore da fiore all'occhiello della produzione a una distesa di fango, con tutti i prodotti inutilizzabili. Interi raccolti persi e danni che sono stati quantificati, almeno a spanne: secondo quel che ha raccontato a Primocanale il sindaco Riccardo Tomatis, ci sono "oltre 25 milioni di euro in danni, ma potrebbero essere molti di più". E questi non basterebbero comunque a risolvere i problemi infrastrutturali: alla prossima grande allerta, tutto potrebbe ripetersi. "E' necessario investire e non rincorrere una situazione che si verifica ripetutamente", commenta il sindaco.
A preoccupare sono quelle 150 aziende che hanno avuto allagamenti e perso tutto, ma nelle ore successive le esondazioni anche altre hanno denunciato situazioni critiche. Sono quegli agricoltori che nonostante non abbiano avuto subito fenomeni visibili, dopo giorni hanno constatato che i grandi quantitativi di pioggia caduta hanno causato problemi irreparabili: "Ci segnalano danni alle loro coltivazioni da troppa acqua", spiega ancora Tomatis. Sarebbero mille in tutto dunque le aziende colpite dal maltempo dell'allerta arancione del 5 settembre.
Certo il comune di Albenga da solo non può affrontare la situazione: il tavolo verde che si è riunito nella giornata di lunedì ha visto insieme, oltre all'amministrazione comunale, l'assessore all'agricoltura (e presidente) di Regione Liguria Alessandro Piana e tutte le associazioni degli agricoltori. Insieme hanno condiviso i passaggi e il percorso per la richiesta di stato di calamità naturale, ottenere risarcimenti immediati e avere per le aziende la possibilità di riprendersi. Il rischio - spiega Tomatis - è che "questa realtà sparirà".
"Il mio è un appello - continua il sindaco - chi ha possibilità di intervenire lo faccia, altrimenti perdiamo una realtà che è un grosso traino economico, occupazionale e di servizi per tutto il territorio".