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Attualità

9 su 10 non riescono a pagare: non basta la pensione, le bollette crescono, oppure ci sono malattie o perdite del lavoro
2 minuti e 20 secondi di lettura
di Eva Perasso

Ci sono 1500 sfratti a Genova che sono pendenti al Tribunale, tra quelli sentenziati un anno fa e quelli ancora degli anni precedenti. Un numero altissimo che si mantiene tale negli anni. Sono sfratti con tempi diversi che dipendono dagli iter burocratici e dagli interventi di tribunale e ufficiale giudiziario. "Molte volte non ne veniamo a conoscenza perché le famiglie e le persone hanno vergogna, è una situazione di disagio, non sai come comunicarlo. Se ne veniamo a conoscenza cerchiamo di aiutare, coinvolgere il comune di Genova, trovare soluzioni. Nel 2024 tutti i casi capitati sono stati aiutati e risolti", commenta a Primocanale Bruno Manganaro, segretario generale del Sunia a Genova, il Sindacato unitario Nazionale inquilini e assegnatari.

9 su 10 non riescono a pagare

E' il Sunia a fare l'analisi: il 90 per cento degli sfratti sono per morosità incolpevole, ovvero la persona non riesce più a pagare. Questo accade perché "con la sua pensione non ce la fa, perché i costi delle bollette sono aumentati, i costi di amministrazione sono alti. Superi quindi una soglia sopra cui non riesci a pagare che è oltre il 30 per cento del tuo stipendio e non ce la fai. Se hai mille euro di stipendio non puoi spendere più di 300 euro. Poi c'è la malattia, la perdita del lavoro", commenta Manganaro.

Fondi ancora insufficienti

Serve il supporto di comune, tribunale, e anche del governo centrale, che in Finanziaria ha rifinanziato il Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, ricorda il Sunia, anche se "Il fondo è insufficiente e ridicolo, dal governo il supporto è pari a zero", continua Manganaro. "Siamo riusciti a concordare con il Comune un fondo per la morosità incolpevole da un milione di euro", spiega il responsabile, e "Questo potrà aiutarci".

A Genova 20mila appartamenti sfitti

Case libere a Genova ce ne sono parecchie: ci sono quasi 20mila appartamenti sfitti, 2mila tra le case popolari. Tra queste non ci sono i soldi per rimetterle a posto e quelle private "molte volte vengono utilizzate per affitti brevi perché si guadagna di più", spiega Manganaro. E gli affitti "sono un miraggio. Tanti arrivano da noi e spiegano che viene loro chiesto una prima busta paga e poi una seconda di garanzia. Con costi alti. Se sei lavoratore, magari immigrato, o provieni dal sud… L'accento non piace", e la casa dunque non viene concessa, racconta Manganaro. Che racconta la storia di una ragazza australiana, arrivata a Genova per studiare, che prima ha faticato per trovare una abitazione e quando l'ha trovata - per 500 euro al mese per un periodo transitorio - ha pois coperto che non c'era nemmeno il riscaldamento".

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