GENOVA - Centinaia di candele hanno illuminato via XX Settembre e poi piazza De Ferrari, in un unico abbraccio giallo blu stretto attorno alla comunità ucraina genovese, alle famiglie di rifugiati giunte in fuga dal paese in queste ore e a tutti coloro a cui questa guerra sta portando via molto. Occhi lucidi, mentre c'è chi sorregge una bandiera del paese ucraino così ferito in queste ore, chi una candela con scritto "Pace", chi cartelli contro Putin. La preghiera è una sola e non ha religioni, lingue o esitazioni: "stop the war". Ma la presenza di tanti genovesi ha fatto comprendere come il popolo ucraino non sia solo in un momento come questo.
"Come sapete il Comune ha dato disponibilità ad accogliere le famiglie in fuga dal paese con oltre 100 posti"
"Ma abbiamo già tante adesioni di privati cittadini che vogliono mettere a disposizione le proprie abitazioni: la nostra città si è dimostrata anche questa volta solidale e accogliente", commenta orgoglioso il sindaco di Genova Marco Bucci. "Useremo le prossime ore per stilare una lista con tutte le necessità, in modo tale che chi vorrà aiutare lo potrà fare: ma questa non deve essere un'accoglienza soltanto 'materiale', ma anche di cuore nei confronti di chi ha lasciato la propria casa, il lavoro e gli affetti".
C'è tanta gratitudine nei confronti della città e dei genovesi da parte di chi come padre Vitaliy Tarasenko non si è mai fermato un attimo dall'aiutare i suoi connazionali negli ultimi giorni. "C'è tanto dolore e tanta paura negli occhi di chi ha viaggiato a lungo per poter arrivare qui, tanto che molte famiglie non se la sentono di affrontare una intervista perché ancora scosse da quanto accaduto. Molti hanno lasciato tutto in Ucraina e non pensano di potervi fare più ritorno", spiega a Primocanale.
"Per questo rinnovo l'appello a tutti gli ucraini a farsi avanti, poiché l'Italia e Genova stanno dimostrando di avere un cuore grande, anche se siete senza documenti o Green Pass"
"Voglio anche ringraziare tutti i cittadini liguri che sono accorsi e che hanno donato beni essenziali. Un camion è già stato riempito ed è in partenza per l'Ucraina, stiamo cercando il secondo vista l'enorme ondata di solidarietà".
E risuona un'unica preghiera, tra i canti e l'inno ucraino, ovvero quella di un cessate il fuoco. Là sono ancora tanti i padri, i fratelli, i figli rimasti a difendere la patria dall'attacco russo e in pericolo, per cui la preoccupazione è palpabile. "In un momento come questo, i fedeli sanno che possono trovare come unico conforto quello della preghiera", ha detto monsignor Nicolò Anselmi. "Stiamo assistendo a immagini terribili e anche papà Francesco ha auspicato la ricomposizione della pace".
Dalla piazza è stato ricordato il numero verde dal quale sarà possibile ricevere informazioni anche per donare beni di prima necessità: 800 177 797 o all’indirizzo .