La data segnata di rosso nel calendario è quella del 28 febbraio. Entro quel giorno si proverà a districare la complessa vicenda che ruota attorno ai 26 lavoratori dell'ex Moody, lo storico locale di Piccapietra a Genova chiuso da settembre dopo un principio d'incendio. L'assessore al Lavoro del Comune di Genova Mario Mascia ha dialogato con l'amministratore giudiziario Marco Bobba. L'obiettivo numero uno è salvaguardare la continuità occupazione dei lavoratori. Per questo parte un pressing nei confronti dell'amministratore giudiziario affinché chieda al giudice per le udienze preliminari l'autorizzazione alla stipula del contratto al soggetto che ha presentato una manifestazione di interesse. Si tratta dell'imprenditore attivo soprattutto nel levante genovese Valter Pinna che possiede tre marchi e diversi locali tra Genova e La Spezia.
La vicenda però ha mille contorni. La questione principale riguarda il nodo Fogliani, l'imprenditore coinvolto nel crack della Qui!Group che attraverso Azzurra95 possiede i locali del Moody. Il 28 febbraio è in programma l'udienza che potrebbe aprire diversi risvolti. I locali infatti potrebbero rientrare nei beni da sequestrate a Fogliani dopo il fallimento della Qui Group. L'imprenditore interessato vorrebbe avere delle garanzie per poter avviare la nuova attività. Garanzie che al momento non ci sono. Ma anche altri imprenditori del settore avrebbero manifestato interesse per il locale di Largo XII Ottobre. Nel mentre la società che ha gestito il locale negli ultimi anni, la Romeo e Giulietta, ha decido di recedere dal contratto di locazione e trasferire i lavoratori in altri siti fuori Liguria.
Cosa può succedere
Tre possibili strade per dirimere la questione. La prima è quella che porta alla confisca dei locali che andrebbero a quel punto in mano al demanio pubblico e quindi renderebbe più facile gestire un percorso di rilancio attraverso le possibili offerte di soggetti interessati, la priorità è garantire l'occupazione. La seconda opzione è quella di una restituzione a Fogliani dei locali, è quella che renderebbe il percorso il più complicato possibile. La terza è quella di una risoluzione della problematica attraverso l'amministratore giudiziario.
I lavoratori: “Ridateci il lavoro”
Davanti a Tursi i lavoratori si sono ritrovati con striscioni e cartelli per chiedere di agevolare l’apertura della nuova attività ed evitare trasferimenti lontano dalla Liguria. “Ridateci il lavoro”, “Salvare il Moody per salvare l’occupazione”, “Vogliamo il nostro lavoro” si leggeva nei cartelli. E proprio le storie dei singoli lavoratori si intersecano nel caos che ruota attorno alla vicenda. Il 15 novembre ai 26 dipendenti del gruppo è stato proposto il trasferimento fuori Liguria: Veneto, Emilia e Sardegna le destinazioni. Tra loro c'è Anna che ha lavorato al Moody per 37 anni e gli è stato proposto il trasferimento a Ferrara. Elisabeth è invece originaria del Senegal, ha una figlia e un mutuo da pagare, a lei era stata proposta una soluzione in Sardegna, ad Arzachena. Laura invece lavora da 17 anni al Moody, per lei c'è l'opzione Padova. Vite che avrebbero dovuto abbandonare la loro quotidianità per un part-time fuori Liguria. "Con due affitti da pagare come si fa" spiega Eleonora, anche a lei era arrivata la lettera di trasferimento a Padova. Un mese o poco meno di attesa. Lavoratori che al momento sono ancora alle dipendenze della Romeo e Giulietta spiegano i sindacati.
La nota unitaria di sindacati e Comune
Alla fine dell'incontro è stata diffusa una nota congiunta firmata dall'assessore Mascia e da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs in cui si legge che, dopo aver ricostruito con l'Amministrazione giudiziaria tutte le tappe della vicenda, così come si è sviluppata al margine degli incontri in assessorato, i firmatari "auspicano che quanto prima, e al più tardi all'udienza del 28 febbraio, lo stesso amministratore giudiziario, anche nel suo stesso condiviso interesse a tutelare il patrimonio dei lavoratori dell'azienda, voglia chiedere e ottenere dal Gup l'autorizzazione necessaria alla stipula del contratto meglio visto, volto a salvaguardare la continuità occupazionale, vuoi con il soggetto che ha già perfezionato anche a mezzo pec la relativa manifestazione di interesse a subentrare, vuoi con altri eventuali soggetti, che volessero fare altrettanto nel frattempo, prendendo atto che, alla luce delle proroghe e dei trasferimenti intervenuti dal 15 novembre scorso, le energie lavorative degli occupati possono essere messe a disposizione di chiunque sia ritenuto idoneo".
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