Partono mercoledì 19 febbraio le prove del maxi concorso per l’insegnamento nella scuola pubblica, previsto dal bando PNRR2. A livello nazionale, sono disponibili 8.355 posti per la scuola primaria e dell’infanzia e altri 10.667 per la secondaria. In Liguria sono oltre 5.000 i candidati in corsa per ottenere una cattedra.
Secondo la normativa, il 30% delle disponibilità sarà riservato ai precari con almeno tre anni di servizio negli ultimi dieci, di cui uno nella materia per cui si candidano. Inoltre, il 25% dei posti sarà destinato agli insegnanti di sostegno, una figura sempre più richiesta ma difficile da reperire.
La situazione in Liguria: alta competizione, pochi posti
La situazione in Liguria riflette le difficoltà nazionali. Nella scuola primaria e dell’infanzia, a fronte di 1.059 richieste, i posti disponibili sono solo 397. Le differenze tra le varie categorie sono però molto marcate. Nel sostegno per la primaria, ad esempio, ci sono 215 posti ma solo 19 candidati, mentre nel sostegno per l’infanzia le cattedre sono appena 10 con 14 aspiranti docenti. A fare richiesta per un posto comune nella scuola dell’infanzia sono state 402 persone, a fronte di 32 disponibilità. Per la scuola primaria, invece, 624 candidati si contenderanno 170 posti.
Per la scuola secondaria, la concorrenza è ancora più serrata. In Liguria ci sono 764 cattedre disponibili per ben 4.173 candidati. Alcune classi di concorso mostrano un’enorme sproporzione tra richieste e disponibilità. Le materie umanistiche e artistiche registrano una competizione altissima: per scienze giuridiche sono disponibili solo 10 posti per 249 candidati, mentre in disegno e storia dell’arte un’unica cattedra sarà contesa da 113 aspiranti docenti. Anche le discipline letterarie risultano particolarmente richieste, con 25 posti per 453 candidati, così come filosofia e scienze umane, dove 220 insegnanti concorrono per appena 7 posizioni.
Al contrario, nelle materie scientifiche e tecniche si registra una carenza di candidati. Per scienze tecnologiche e informatiche, ad esempio, sono previsti 31 posti ma solo 14 aspiranti docenti hanno presentato domanda. Situazione simile per scienze e tecnologie meccaniche, con 9 cattedre disponibili e appena 6 candidati.
Materie scientifiche in crisi: cattedre a rischio
La difficoltà nel reperire docenti per le materie scientifiche e tecnologiche rappresenta un nodo critico, che rischia di lasciare scoperte numerose cattedre. Molti professionisti, come ingegneri e informatici, scelgono di restare nel settore privato, dove gli stipendi e le opportunità di carriera sono più vantaggiosi rispetto alla scuola. Al contrario, sempre più avvocati e liberi professionisti in difficoltà economica cercano di entrare nel mondo dell’insegnamento, come dimostra il numero elevato di candidati per le cattedre di scienze giuridiche.
Come funziona il concorso
Le prove scritte per la scuola primaria e dell’infanzia sono iniziate il 19 febbraio, mentre quelle per la secondaria proseguiranno fino al 27 febbraio. Per superare la selezione, i candidati dovranno ottenere almeno 70 punti nella prova scritta. Solo un numero di candidati pari a tre volte i posti disponibili per ciascuna classe di concorso accederà all’orale.
Obiettivo 2026: rispettare i tempi imposti dall’UE
Il concorso rientra nei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e deve rispettare le tempistiche imposte dall’Unione Europea. L’obiettivo è assumere i nuovi docenti di ruolo entro il 2026. Tuttavia restano diverse criticità, in particolare nella gestione delle graduatorie e nella copertura delle cattedre nelle materie scientifiche.
Se da un lato la selezione rappresenta un'opportunità per migliaia di aspiranti insegnanti, dall’altro potrebbe non risolvere del tutto le difficoltà legate alla precarietà. Molti docenti idonei nei concorsi del 2020 e persino del 2016 sono ancora in attesa di stabilizzazione e dovranno affrontare una nuova selezione per ottenere un posto di ruolo.
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