Sviluppare le comunità energetiche anche per consentire un ripopolamento dell'entroterra e favorire l'insediamento di nuove aziende. Tra i tanti obiettivi che può perseguire la creazione di una comunità energetica c'è anche questa oltre a quello di portare a un risparmio sulla bolletta della luce. La sala del consiglio metropolitano di Genova ha ospitato il convegno 'Partenariati innovativi per la transizione energetica, la Comunità Energetica Rinnovabile di Città Metropolitana' che ha visto la partecipazione di amministratori locali ed esperti del settore per fare il punto sul futuro della produzione e del consumo di energia, con particolare attenzione alle realtà comunali più piccole dell'entroterra. L'idea di una Cer genovese nasce con l'intento di costituire un unico soggetto giuridico per agevolare e incentivare la gestione integrata della produzione e del consumo di energia rinnovabile contribuendo anche al contrasto della povertà energetica. Sono già quattro i Comuni che hanno aderito ma molti altri sono pronti a entrare.
Le Cer portano a un risparmio di circa il 20% in bolletta
"I cittadini potrebbero beneficiare di costi ridotti sull'energia e si potrebbe favorire l'autoproduzione di energia, la decarbonizzazione dei territori ed evitare le fonti energetiche più onerose - ha spiegato Maria Concetta Giardina, segretario e direttore generale della Città Metropolitana - gli impianti devono essere nuovi, quelli già in uso rischiano di cannibalizzare le Cer. L'idea è di aiutare i Comuni a realizzare impianti sovradimensionati rispetto al loro fabbisogno e contribuire a mettere a disposizione degli utenti l'energia prodotta, sistemi che si autofinanziano perché riducono il consumo. Il Pnrr sta mettendo 2,5 miliardi di euro per i piccoli Comuni, la Regione ne sta mettendo a disposizione di ulteriori".
"Le comunità energetiche sono uno strumento del futuro ma presente già oggi, l'importante è che abbiano una regia pubblica - spiega Lorenzo Cuocolo, dell'Università degli studi di Genova -. Le Cer portano a un risparmio economico intorno al 20% sulla bolletta ma soprattutto portano ricadute anche a livello ambientale e sociale". Fabrizio Podestà, vicesindaco di Ne e consigliere delegato della Città Metropolitana di Genova spiega quanto è utile per i piccoli Comuni avere una comunità energetica: "Noi stiamo costruendo due edifici, un asilo nido e una scuola elementare dove installeremo due impianti fotovoltaici, questi poi andranno a confluire nelle comunità energetiche che poi saranno ampliati da altri impianti di realtà private che hanno già manifestato interesse. Oltre all'aspetto ambientale c'è un discorso legato agli aiuti destinati alle famiglie meno abbienti".
Ad aprile bando della Regione di 2 milioni di euro
Presente all'incontro anche il consigliere delegato di Città Metropolitana, Claudio Garbarino, che ha dato come obiettivo quelli di "fare da collegamento tra il Governo e i Comuni dell'entroterra dove i sindaci hanno sempre problematiche per l'accesso ai fondi" con l'intenzione di "creare una fondazione per costruire l'obiettivo dell'energia pulita". Andando nello specifico delle modalità di produzione di energia nel panorama locale, Garbarino ha puntato in particolare sul solare: "Possiamo produrla sulle riviere, se viene immagazzinata intelligentemente, può dare una buona parte del totale. L'idroelettrico è una possibilità, ma bisogna valutare che non sia troppo impattante per l'ambiente". Regione Liguria con l'assessore all'Energia Paolo Ripamonti ha spiegato che ad aprile partirà un nuovo bando di 2 milioni per costituire delle comunità energetiche destinato alle pubbliche amministrazioni. Oltre a questo ci sarà anche uno sportello in giro per la Liguria per spiegare cosa è una cer, come si costituisce e quali sono i vantaggi".
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