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Sono 810 gli interventi legati alla 'rivoluzione verde e alla transizione ecologica' da parte delle piccole medie imprese della Liguria. A questi si aggiungono undici interventi che vedono la Regione Liguria: ecco la fotografia della situazione
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di Andrea Popolano

Sono 810 gli interventi legati alla 'rivoluzione verde e alla transizione ecologica' da parte delle piccole medie imprese della Liguria. A questi si aggiungono undici interventi che vedono la Regione Liguria come soggetto attuatore. Il piano nazionale di ripresa e resilienza messo appunto per affrontare la crisi economica causata dal covid vede in Liguria investimenti per 1,2 miliardi di euro. A farla da padrone nel lungo elenco ci sono la realizzazione degli impianti fotovoltaici. Anche la Regione ha messo in campo una serie di bandi utili a favorire progetti in ambito di rivoluzione energetiche per le imprese del territorio. Un convegno a Genova ha permesso di analizzare la situazione normativa in vigore con le ultime novità e le opportunità e richieste che arrivano dal mondo imprenditoriale. 

Paese in ritardo nello sfruttare le risorse del Pnrr

"La Liguria se la passa meglio rispetto ad altre regioni - spiega Alberto Candido direttore tecnico della Keynesia Tax e review -. Le imprese hanno mostrato un'attenzione importante soprattutto per quanto riguarda il fotovoltaico. C'è da dire che anche da un punto di vista normativo è più facile avviare le procedure per un impianto fotovoltaico sui tetti che non in un terreno dove l'iter è decisamente più complesso. Soprattutto le aziende che lavorano nell'ambito portuale sono molto attente". Uno degli ostacoli da affrontare è proprio quello burocratico. E se si allarga lo sguardo all'intero Paese l'Italia sembra essere già in ritardo rispetto alle scadenze date dall'Europa in tema rivoluzione green: "Ora i nuovi decreti emanati a livello nazionale dovrebbero essere impattanti in senso positivo - analizza Candido -, le aziende possono fare domande più facilmente. Come Paese siamo messi male perché oggi le aziende non hanno avuto fiducia in questi investimenti, sono state immesse molte risorse ma è stato usato solo il 5%". Per fare un esempio, se si analizza solo la voce Cer (Comunità energetiche rinnovabili) in Italia sono stati stanziati 5 miliardi e 700 milioni.

Le Comunità energetiche rinnovabili

Tra Vado Ligure e Quiliano l'estate scorsa è nata quella che è stata definita la più grande Comunità energetica rinnovabile italiana dotata di un impianto fotovoltaico da 1 MW di potenza realizzato sui tetti degli edifici della centrale di Tirreno Power. Un sistema che al momento non si regge da solo. Tanto che è necessario incentivare la transizione. 

"Nel caso delle Comunità energetiche rinnovabili - spiega Elena Bertolotto, capo ingegnere Keynesia Energy - non bisogna guardare l'aspetto economico. La comunità energetica nasce per chiedere a tutti gli attori che partecipano di diventare attivi verso la transizione, l'obiettivo principale in questo senso è fare un qualcosa per la comunità. Bisogna essere però ancora incentivati e avere quindi un beneficio economico altrimenti, storicamente, gli italiani non si muovono. In autoconsumo una Cer dotata di un impianto di 500 kw che condivide il 70% dell'energia ha più o meno tra i 30 e 40mila euro di tariffa premio". Ma quando questo processo verso la transizione non avrà più bisogno di aiuti esterni? "È l'Europa che ci impone i tempi - precisa ancora Bertolotto -. Entro il 20250 il sistema dovrà essere completamente de-carbonizzato ed elettrificato e tutti gli edifici dovranno avare la propria quota di auto-produzione o autoconsumo. Ci sono step intermedi ma è già in ritardo. Cosa succede se non raggiungiamo gli obiettivi? Ci saranno sanzioni". Le Cer però faticano a svilupparsi in Liguria. Ma quanto risparmio economico portano? Secondo un report del Politecnico di Milano l'80% delle persone che partecipano a una Cer si attende ritorni annui superiori a 100 euro l'anno, solo il 7% invece si aspetta di ricevere un valore inferiore a 50 euro. Rispetto alla spesa annua per la bolletta elettrica, infatti, il risparmio si dovrebbe aggirare sul 3-4%. Ma il sistema si regge ancora sugli incentivi statali. 

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