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Ron Howard racconta una storia vera che in realtà sembra del tutto incredibile
3 minuti e 14 secondi di lettura
di Dario Vassallo

Nella maggior parte dei suoi film Ron Howard è sempre stato interessato alle persone, indipendentemente da quanto insolita fosse la loro situazione. Che si trattasse di una sirena come in ‘Splash’, di un volo intorno alla luna (Apollo 13), di tre vecchietti che ritrovano l’energia della passata giovinezza (Cocoon) o di un premio Nobel afflitto da una grave forma di schizofrenia (A beautiful mind), il regista americano sa come mettere in scena gli eventi circostanti ma alla fine sono loro a influenzare i comportamenti delle persone che li subiscono. E’ quello che accade anche in ‘Eden’ che cerca di penetrare nelle anime oscure e inquietanti dei suoi protagonisti e nelle sinistre profondità della natura umana attraverso una storia vera che in realtà sembra del tutto incredibile. Nel senso che i personaggi sono realmente esistiti ma se poi si siano comportati come ci viene mostrato è un altro discorso.

Ambientato in un'isola della Galapagos nel 1929 

Il film è ambientato nel 1929, quando si è ancora sconvolti dalla Prima Guerra Mondiale. Il dottor Friedrich Ritter e la compagna Dora Strauch fuggono sulla disabitata isola di Floreana nelle Galapagos dove lui intende scrivere il manifesto per salvare il mondo mentre spera di guarire dalla sclerosi multipla che lo ha colpito. Il suo piano viene presto sconvolto da una famiglia che li ha seguiti: Margaret, il marito Heinz e il loro figlio malato vanno sull'isola nella speranza di unirsi al dottore per vivere una vita libera dalla violenza, dove poter costruire la propria utopia. Quello che però scoprono è un uomo brutale e indifferente che vuole essere lasciato solo a scrivere e un clima rigido che potrebbe distruggerli. Anche quando riescono ad adattarsi, presto arrivano altri visitatori che minacciano nuovamente il delicato equilibrio dell'isola. Come la baronessa Eloise che intende costruire un hotel nonostante l'inospitalità del luogo. Con il passare delle stagioni, le tensioni iniziano a raggiungere il punto di rottura, costringendo tutti a scoprire quali siano i loro veri valori, cosa siano disposti a rinunciare e chi siano capaci di ferire per poter continuare a sopravvivere. 

Una donna portata a braccio da due uomoniAna De Armas in una scena di 'Eden'

Atmosfera minacciosa e personaggi spregevoli 

Basato sui resoconti contrastanti di coloro che sono sopravvissuti a questa situazione, ‘Eden’ è in parte un racconto biblico ammonitore, in parte un incubo sulla falsariga de ‘Il Signore delle Mosche’ raccontando la storia di un gruppo di anime diverse la cui ricerca di libertà, rinascita e redenzione è ostacolata dai loro istinti più bassi e dalla vicinanza reciproca. Howard costruisce gradualmente un'atmosfera minacciosa attraverso sguardi obliqui, commenti taglienti, scontri stizzosi: un ritratto degli invariabili scismi che derivano dal chiedere a un gruppo di estranei di coesistere. Non tutto funziona in questa esperienza immersiva popolata da uomini e donne così spregevoli che sembrano talmente motivati ​​dall'auto-sabotaggio che è difficile entrare in sintonia con il loro percorso. Eppure parte del fascino risiede nel vedere come un vero tentativo di una società alternativa si stia dirigendo ciecamente verso l'abisso.

Un cast 'all star'

‘Eden’ è poco avventuroso per suscitare suspense e cerca di destreggiarsi tra troppe idee che non è in grado di gestire non risolvendo mai completamente la tensione tra le scelte dei suoi personaggi. Interpretato da un cast all star che vede insieme Jude Law, Vanessa Kirby, Sydney Sweeney e Ana De Armas, questo mix di thriller di sopravvivenza, erotismo, filosofia e intenti omicidi è un assemblaggio di caratteri improbabili in stile Agatha Christieche se non altro ha il merito di mostrarci come l'emozione, l'intelletto e il populismo si rivelino spesso ostacoli insuperabili facendoci chiedere cosa resti all'essere umano affinché possa coesistere con altri esseri umani e quali possibilità di sopravvivenza abbia l'umanità post-apocalittica se perfino pochi individui non riescono ad andare d'accordo. In questo senso, lo sguardo al passato medio-distante di Ron Howard è un contributo di grande attualità a un presente sempre più surriscaldato.

 

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