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Attualità

Il racconto di Costantino Passalacqua dopo che nella capitale ucraina è scattato il coprifuoco
1 minuto e 21 secondi di lettura
di T.O.
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KIEV - "Vogliono colpire i più deboli per colpire psicologicamente la popolazione, perché smetta di supportare l'esercito e li lasci ottenere una vittoria più facile". È questo l'amaro commento di Costantino Passalacqua, ligure a Kiev, sugli attacchi dei russi in Ucraina. Nella capitale è scattato il coprifuoco: "Eravamo tutti nascosti in casa o nel seminterrato. Nella notte hanno sparato e bombardato, è morta tanta gente a Kiev, tanti evacuati. Le vittime principali sono gli anziani, che non riescono a scappare, e i bambini".

"I bombardamenti si stanno estendendo - racconta - colpiscono diverse parti della città, soprattutto sulla riva destra. Non sono al corrente dei loro obiettivi ma stanno bombardando punti specifici".

La paura e lo stress non danno tregua alle persone: "A me sta succedendo questo - spiega Passalacqua - ogni tanto mi sembra di sentire le sirene e avviso mia moglie, lei però mi dice 'guarda che non ci sono'. Comincio ad avere dubbi, credo sia un fattore nervoso".

A causa della situazione di pericolo sarà impossibile raggiungere i bisognosi: "Oggi non riesco ad aiutare, c'è coprifuoco per tutta la giornata e non riuscirò ad uscire. Sarà una giornata pericolosa come ha detto il sindaco di Kiev, nessuno uscirà di casa".

Nonostante questo abbandonare l'Ucraina non è un'opzione: "Io rimango qui per diversi motivi: il primo è che mia moglie non vuole lasciare i suoi alunni e non la lascio da sola, poi voglio aiutare questa gente vigliaccamente aggredita per chissà quali motivi politici, economici o energetici. Quando vedo le immagini di Mariupol, dove sono morte 20mila persone, con bambini che sono rimasti orfani... per me non è qualcosa di comprensibile, anzi è molto doloroso".

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