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Un manifesto esposto e diretto a chi gestisce l'azienda: "Non si può morire sul lavoro" davanti all'ingresso di Acciaierie d'Italia
2 minuti e 28 secondi di lettura
di Au. B.
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GENOVA- Un lungo corteo che dallo stabilimento ex Ilva di Cornigliano è arrivato in Prefettura nel cuore di Genova. Circa 200 lavoratori per bloccare i provvedimenti disciplinari che l'azienda ha inflitto nei confronti di uno dipendenti coinvolto in un incidente sul lavoro avvenuto nelle scorse settimane all'interno dello stabilimento ex Ilva di Cornigliano. Il corteo è partito per le nove dal ponente per arrivare verso le 11,30 in piazza della Nunziata, dove il gruppo di lavoratori è stato raggiunto dal candidato sindaco Ariel Dello Strologo.

Ad annunciarlo erano gli stessi sindacati che venerdì mattina si sono ritrovati davanti all'ingresso di Acciaierie d'Italia. Un manifesto esposto e diretto a chi gestisce l'azienda: "Non si può morire sul lavoro". Per questo lunedì è in programma un corteo che da Cornigliano raggiungerà la prefettura in via Roma a Genova dove sindacati e delegazione sono stati convocati per discutere della situazione. 

"È inaccettabile che le inefficienze e le mancanze dell’azienda vengano fatte ricadere sui lavoratori. La responsabilità aziendale sulla mancanza di sicurezza, di investimenti e di organizzazione del lavoro è totale, per questo andiamo dal Prefetto e con forza chiediamo che sia ritirato il provvedimento verso il lavoratore che come tutti i suoi colleghi lavora in condizioni precarie e con strumenti spesso non idonei e di emergenza, dove gli eventi di forte rischio sono all’ordine del giorno ed è stata sfiorata la tragedia nelle due giornate di aprile (09 e 12). La sicurezza sul lavoro non si baratta".

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"Ci auspichiamo che il Prefetto che è molto sensibile a tutta questa situazione - continua la nota  -, ci aiuti a far capire all’azienda e al Governo finora assente pur essendo azionista di Acciaierie d’Italia, che non è possibile continuare in queste condizioni e che le relazioni sindacali devono cambiare nettamente,  partendo dal  ritiro del  provvedimento al lavoratore e iniziando un percorso di interventi manutentivi e di investimenti strutturali per dare dignità e futuro ai lavoratori e alla siderurgia", spiega in una nota Christian Venzano, segretario generale Fim Cisl Liguria.

"Nella contestazione disciplinare c'è scritto che il lavoratore è sospeso cautelativamente dall'entrare in stabilimento - spiega Armando Palombo, rsu Fiom Cgil -. Questa è l'anticamera del licenziamento. Gli avvocati quando scrivono questi tipi di lettere sanno già dove vogliono arrivare. Non ci può essere una contestazione del genere per un problema di sicurezza già segnalato più volte nei mesi precedenti".

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Al corteo anche un altro candidato sindaco, Mattia Crucioli: "Insieme ad altri candidati della lista Uniti per la Costituzioneoggi ho partecipato al corteo dei lavoratori di Acelor Mittal, in sciopero di solidarietà con il lavoratore ingiustamente accusato dall’azienda di aver causato l’incidente dello scorso 12 aprile: un vergognoso scaricabarile da parte dei responsabili della sede genovese - commenta il candidato sindaco Mattia Crucioli - Il tema della sicurezza sui posti di lavoro è una priorità nazionale che deve essere garantita perché, ricordiamolo, se muore un lavoratore la colpa è dei padroni".

 

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