Attualità

2 minuti e 1 secondo di lettura
di steris

Dopo due incidenti in quattro giorni nello stabilimento ex Ilva di Cornigliano a Genova, dove si è sfiorata la tragedia per la rottura di un paranco e di un cavo che hanno provocato la caduta di bobine di metallo di alcune tonnellate, la Asl3 ha disposto un fermo per motivi di sicurezza del treno di laminazione a freddo del ciclo latta, noto come TAF 2, che 'comanda', in quanto ne costituisce il primo passaggio, tutto il ciclo della latta dello stabilimento. La decisione dopo una lunga ispezione. La Asl ha prescritto "l'adozione immediata di misure per far cessare il pericolo per la sicurezza e la salute dei lavoratori".

La ripartenza della linea della latta "viene subordinata all'adozione di tali misure" spiega ancora la Asl3 di Genova. L'azienda ha fatto sapere di essere in grado di procedere alle riparazioni entro alcuni giorni, per poter riaprire l'impianto subito dopo le vacanze di Pasqua. Ma con una lettera inviata alla RSU ha disposto anche la collocazione in cassa integrazione di tutto il personale impiegato nel ciclo della banda stagnata, circa 180 lavoratori oltre a ai 250 già messi in cassa integrazione straordinaria senza l'accordo con i sindacati.

L'incidente di martedì è arrivato in rapida successione dopo quello di sabato, dove i cavi di una gru si erano strappati facendo precipitare un rotolo da 10 tonnellate. In quel caso gli ispettori avevano sequestrato cavi e bozzello di una gru, che però non era l'unica a operare sull'impianto Temper. Adesso, finché l'azienda non provvederà alle sostituzioni dallo stabilimento di Genova non uscirà più la banda stagnata indispensabile soprattutto per il mercato alimentare.

"Il fermo stabilito dalle autorità competenti - commenta il coordinatore RSU Armando Palombo - è la prova di quello che stiamo dicendo da mesi e cioè che l'azienda non solo non fa investimenti ma nemmeno manutenzione e il fatto che tenga in queste condizioni il ciclo più importante e strategico dello stabilimento la dice lunga sull'attenzione che ha rispetto alla produzione del sito genovese".

Proprio martedì i sindacati hanno messo nero su bianco tutti i problemi legati allo stato degli impianti nella memoria consegnata al prefetto Franceschelli. "Lo abbiamo trovato molto preparato e sensibile, Ora attendiamo - commenta Palombo - il tavolo della prossima settimana con l'azienda: ci arriviamo con l'ennesimo incidente e un ennesimo deraglio di un locomotore, augurandoci che non ce ne siano altri. Anche martedì un lavoratore stava a poca distanza dalla bobina e solo per questo non si è fatto male".