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Il risultato emerge da un rapporto della Commissione europea e dipende da fattori come l'efficienza energetica degli impianti di produzione e degli edifici, l'uso di energia rinnovabile, l'uso del suolo, il clima e la geografia oltre alle scelte economiche
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di Andrea Popolano

LIGURIA - La Liguria è la regione dell'Unione europea che tra il 1990 e il 2021, ha registrato la riduzione delle emissioni di gas serra più significativa, facendo segnare un -68%. E' quanto emerge da un rapporto della Commissione europea sulle tendenze regionali per la crescita e la convergenza nell'Unione europea.

Un dato significativo che fa emergere quanto il cambio di determinate prospettive economiche ha influito su questo dato. Dal 1990 a oggi la Liguria ha modificato la sua fisionoma puntando negli ultimi anni soprattutto sul turismo con numeri ormai record. La fine delle grandi industrie, soprattutto a Genova e La Spezia, ha influito su questo cambio. Altre regioni italiane invece hanno vissuto situazioni decisamente diverse: è il caso della Basilicata che al contrario ha registrato un aumento del 36% in 30 anni, tra i più alti aumenti nelle aree dell'Unione europea.

I gas serra sono i gas nell’atmosfera che incidono sul bilancio energetico della terra, questi gas generano il cosiddetto effetto serra. I principali gas serra sono il biossido di carbonio (CO2), metano (CH4) e protossido di azoto (N2O). Questi gas serra sono presenti per natura nell'atmosfera in concentrazioni limitate. Le fonti antropiche però ne hanno aumentato significativamente la presenza dall'inizio dell’ultimo secolo.

Ma il dato della Liguria negli ultimi 30 anni è positivo. In generale, la capacità di ridurre efficacemente le emissioni di gas serra - si legge nel rapporto della Commissione europea - dipende da diversi fattori, come l'efficienza energetica degli impianti di produzione e degli edifici, l'uso di energia rinnovabile, l'uso del suolo, il clima e la geografia, nonché dal livello e dalla composizione dell'attività economica. Per la Liguria l'ultimo fattore citato sembra quello che ha determinato il cambio di passo. "Le sfide legate alla transizione verde dipendono quindi in larga misura dal contesto locale e alcune regioni saranno probabilmente più colpite di altre" conclude il documento dell'Ue.

La presenza e l'attenzione riversata al verde hanno influito. In Liguria infatti sono presenti un parco nazionale, nove parchi regionali, tre riserve naturali e una nazionale che tutelano il 12% del territorio regionale per una superficie complessiva di sessantamila ettari. Genova è la città italiana, tra quelle metropolitane, con più territorio coperto da alberi: sul 72% della superficie del capoluogo ligure sono presenti arbusti, prati o parchi. Questo grazie alla presenza delle alture verdeggianti che circondano la città. 

Inoltre nell'ultimo hanno i dati delle centraline Arpal hanno registrato numeri positivi, sono stati limitati i casi di superamento delle soglie minime di inquinamento. Nel 2022 il limite del valore medio annuale del biossido di azoto è stato superato in due postazioni a Genova. La soglia di informazione dell’ozono (180 µg/m³ all’ora) in due postazioni a Savona, tre a Genova e una alla Spezia. Il valore obiettivo a lungo termine dell’ozono sulle 8 ore (120 µg/m³) è stato superato nell'anno in due postazioni a Imperia, tre a Savona, quattro a Genova e due alla Spezia; Il valore obiettivo di benzo(a)pirene sulla media annuale è stato superato in tre postazioni a Cairo Montenotte (Sv). Gli altri parametri monitorati (biossido di zolfo, monossido di carbonio, benzene, polveri sottili PM10 e PM2.5) risultano a norma in tutte le altre postazioni liguri.

La Liguria anche nel 2023 si è confermata la regina d'Italia per numero di bandiere blu con ben 34 località a cui è stato attribuito il riconoscimento. Si tratta di un dato che contribuisce a segnare quella che è stata la svolta verso il turismo e confermano la nuova attenzione verso la tutela ambientale. Le ultime misure adottate dalle amministrazioni locali, come a Genova, sono volte a ridurre ulteriormente i livelli di inquinamento. Anche il parco bus gestito da Amt volge sempre più all'elettrico con il fine di ridurre il numero di mezzi alimentati a benzina o gasolio lungo le strade cittadine e provinciali. L'obiettivo che si è prefissato l'azienda di trasporto pubblico è convertire in elettrico tutto il parco bus di Amt entro il 2025.

 

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