Attualità

54 secondi di lettura
di Dario Vassallo

CAMOGLI - Il 22 febbraio 2021 intorno alle 15 un gruppo di operai che stava lavorando alla ristrutturazione di alcuni colombari nel cimitero di Camogli sentì prima un forte rumore e poi il terreno vibrare. A quel punto una parte della parete della falesia precipitò in mare. I defunti caduti furono in tutto 415: 227 salme, 20 ceneri e 168 cassette mentre il crollo coinvolse 387 loculi.

Da tempo si stava lavorando alla messa in sicurezza della falesia sottostante, già messa a dura prova dal maltempo e dalla mareggiata avvenuta nell'ottobre 2018. La frana però non si staccò nel punto degli interventi ma a valle della strada provinciale di Camogli. Il recupero iniziò poche ore dopo e durò per settimane, anche a causa del pericolo di nuovi crolli, ma il lavoro più delicato riguardò – tra il dolore dei parenti dei defunti coinvolti - il riconoscimento di centinaia di corpi da identificare prima di tumularli nuovamente.

Questo, con il punto sulle operazioni di recupero, è uno dei tanti servizi (gli altri potete trovarli nell'archivio storico) su quel tragico episodio