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Monsignor Tasca riflette sulla speranza tra fede, pace e il sogno di una città unita. Ecco l'intervista
7 minuti e 0 secondi di lettura
di Tiziana Oberti

Costruire insieme un futuro di pace accogliendo l'appello di Papa Francesco a disarmare le parole. E poi l'attenzione ai più fragili e ai giovani con un monito alla politica in vista delle prossime comunali. Al centro dell'intervista all'arcivescovo di Genova Marco Tasca c'è questo ma anche la forza della speranza nonostante le sfide quotidiane, senso ultimo della Pasqua.

Pasqua festa di speranza, tutto intorno a noi però sembra parlarci di una perduta speranza. Qual è il messaggio di questa Pasqua 2025?

"Il messaggio ci viene soprattutto dal Vangelo, dalla parola di Dio. Avremo modo di ascoltare il Vangelo di Luca che ci parla proprio della richiesta che fanno le donne che vanno al sepolcro di spostare la pietra, ma la pietra è già stata spostata. Allora credo che ci sia davvero oggi un grande messaggio di speranza. Siamo chiamati a spostare le pietre che ci impediscono una vita piena, una vita felice, un bene comune. Spostare le pietre. Ognuno di noi credo che abbia delle pietre sue personali e anche credo come società, come vita insieme, come vita di relazione. Siamo chiamati a spostare tutte le pietre che ci impediscono davvero di vivere bene, una vita bella, piena, realizzata".

E anche questo è il messaggio del Giubileo di speranza che stiamo vivendo. Lo stesso Papa nei testi della via Crucis ha scritto: "Gesù, che sembri dormire nel mondo in tempesta, portaci tutti nella pace del sabato"

"Il Papa dice proprio anche questo, un messaggio di speranza che porta avanti dall'inizio del suo pontificato quando parla davvero della bella notizia del Vangelo. Io credo che sia davvero un messaggio bellissimo che il Santo Padre ci dà ed è sempre una questione per pregare per lui, questa speranza che non vuol dire soltanto o solamente la pacca sulla spalla che ovviamente è una bella cosa, è una parola di conforto, ma è la certezza che tutto ha un senso, che non siamo in mezzo solo alla confusione, al disordine. Tutto ha un senso e noi siamo chiamati a dare un senso a tutto quello che succede attorno a noi, non solo a prenderne atto, mi pare molto semplice o semplicistico, ma dare un senso a tutto quello che succede. Credo che sia questa la grande sfida che oggi siamo chiamati tutti quanti ad assumere".

È vero però che le difficoltà sono tante, dalla crisi della famiglia, alla situazione del lavoro, alla povertà, agli sfratti, come si fa a mantenere la barra dritta? Perché molto spesso questi messaggi possono essere ricevuti dalle persone, anche dai non credenti, in modo poco concreto.

"Io credo che ci sia davvero un impegno da parte di tutti quanti, spero almeno da parte di tutti quanti, di essere attenti a quello che succede intorno a noi. Come Chiesa di Genova, il giovedì santo nella lavanda dei piedi, io ho avuto la grazia di lavare i piedi a uomini e donne che vivono o che svolgono il loro servizio e ministero nelle carceri di Marassi e Pontedecimo. È stato un momento veramente molto emozionante. Il cogliere che davvero c'è sempre una parola di speranza, c'è sempre una parola di futuro, c'è sempre quella parola che ci fa andare avanti. Certo i problemi ci sono, le difficoltà ci sono, ma mi viene in mente proprio un'immagine del Vangelo quando le donne arrivano davanti al sepolcro e la pietra è stata rotolata, si sentono confuse, non sanno cosa fare. Credo davvero che in mezzo a questa confusione, a questa fatica e a questa difficoltà una luce c'è, è la luce della speranza. E la speranza, ripeto, è davvero un grande dono che oggi possiamo farci in questo mondo perché il guardare le cose che non vanno credo che non ci voglia un grande genio, ma il dire che cosa possiamo fare insieme per affrontare queste fatiche e queste difficoltà è la grande sfida che siamo oggi chiamati a prendere e ad affrontare insieme".

La malattia di Papa Francesco in queste ultime settimane ha unito molto la Chiesa, qual è secondo lei, che l'ha anche conosciuto in diverse occasioni, il messaggio di questa sofferenza?

"Il messaggio che lui stesso ha detto Papa Francesco, ha detto coraggio avanti! La malattia non ha l'ultima parola e il Papa spesso richiama questo coraggio avanti. È il messaggio davvero di speranza, di guardare avanti insieme il futuro per poter vivere bene l'oggi. Si dice finché c'è vita c'è speranza, ma forse finché c'è speranza c'è vita".

Gli auguri di Pasqua di Mons.Tasca

Nei testi della Via Crucis papa Francesco ha scritto: in un "mondo a pezzi" c'è bisogno di "lacrime sincere" non "di circostanza", lei come vede Genova con lacrime sincere? Ormai è qui da qualche anno, qual è il suo giudizio? Lacrime sincere o di circostanza?

"Io credo che ci sia davvero della sincerità nell'affrontare le fatiche e le difficoltà. E quindi io vedo che sono lacrime sincere.
Parliamo tanto di pace, di guardare al futuro ed è vero, ma Papa Francesco ci ricorda una cosa che tutti possiamo fare per essere uomini e donne di pace. Quante volte io sento uomini e donne che dicono cosa posso fare io? Sono i grandi della storia che possono fare la pace. Io tutto sommato dove e come posso fare? Credo che Papa Francesco sia dato un'indicazione formidabile: disarmare le parole. Tutti, tutti, tutti possiamo fare questo, disarmare le parole. E credo che in questo nostro mondo sia davvero un grande segnale profetico di futuro, di speranza, di affrontare insieme il futuro. Quello di imparare sempre più a disarmare le parole".

Tra poco più di un mese ci saranno le elezioni a Genova, un nuovo sindaco, una nuova sindaca. Di che cosa ha bisogno la città e qual è l'appello al nuovo primo cittadino o prima cittadina?

"Abbiamo la grazia di andare alle elezioni e io ho già detto che invito tutti ad andare a votare in un momento molto importante al di là delle posizioni od oltre le posizioni, quanto è importante andare a votare per dire io ci tengo a questa città e questo per me è il primo grande regalo che possiamo farci nelle prossime elezioni. E credo che anche il secondo grande regalo che possiamo farci è quello di guardare alla storia di Genova. Ha una grande storia da raccontare la nostra città. Quanta fantasia c'è stata, credo che sia importante anche per noi il ridirci come genovesi abbiamo una grande storia da costruire non una storiella o una storietta. Abbiamo una grande storia da costruire e se ci fremiamo alle piccole storielle, alle piccole storiette, alle piccole bagarre credo che non facciamo il bene di Genova. Abbiamo bisogno di un grande sogno, un grande sogno. E la nostra città ha avuto questi grandi sogni. Siamo chiamati anche noi a regalarci, a regalare a questa città un grande sogno".

Qual è la prima cosa che chiede al nuovo sindaco o sindaca?

"Attenzione per un gioco di squadra, io credo che sia davvero un grande regalo che possiamo farci il dire sì insieme affrontiamo le cose".

Lei dove passerà la Pasqua?

"Pasqua, la prima messa la celebrerò all'Anffas è una tradizione molto bella questa di andare a condividere questo momento di Pasqua con fratelli e sorelle forse più deboli, con tutti coloro che si prendono cura di loro e poi celebrerò la messa in cattedrale e quindi sarà un momento anche un po' di stare con i miei fratelli nel convento in modo di condividere la bella giornata, speriamo che sia anche bella dal punto di vista meteorologico".

Le lascio la telecamera per gli auguri.

"A tutti i genovesi, a tutti coloro che amano la nostra Chiesa di Genova, a tutti voi davvero l'augurio di una Santa Pasqua. Non è solo buona Pasqua, ma santa Pasqua. E il significato più vero della santità è proprio questo, il cogliere che tutti insieme siamo chiamati per chi è credente a crescere nell'essere comunità cristiana, nell'essere testimoni di una bellezza, di una bellezza che è il Vangelo, di una bellezza che è la comunità cristiana, della bellezza che è il vivere davvero come Gesù Cristo ha insegnato. E per tutti quanti è davvero il sentire che facciamo parte di un'unica comunità. Siamo chiamati a prenderci cura uno dell'altro.

E l'augurio proprio più bello che mi faccio è che faccio a tutti voi di sentire sempre più la bellezza di prendersi cura uno dell'altro. Santa Pasqua a tutti voi".


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