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di Tiziana Oberti

L'ultimo urlo di Luigi mentre crollava il ponte Morandi raccontato dal suo collega sopravvissuto Gianluca, il suono del clacson della macchina di Eugenio e Natalija fino a quando la batteria non si è scaricata, i loro occhi chiusi mentre cadevano, la sensazione di vuoto e il pensiero di morire da un momento all'altro.
La voragine che si apre davanti a Davide. L'evitare di percorrere ponti e viadotti di Daniele che non è mai più tornato a Genova in macchina da quel 14 agosto 2018.
Giorgia che non vuole più attraversare i ponti e che non dorme bene come il fidanzato Daniele che ha visto macchine sparire nel vuoto.
L'asfalto che si deforma e si sbriciola davanti a Gianluca, appeso 4 ore nel vuoto a testa in giù salvato dalla cintura e dalla voglia di conoscere suo figlio nato un mese dopo.

50 i cm che hanno salvato Gaspare nel deposito Amiu e che ha visto morire due colleghi e ora dorme solo tre ore per notte. 5 i secondi che hanno segnato il destino di Henry: sorpassa il camion della Basko e rallentando la sua corsa salva la vita a un altro Luigi, l'autista di quel camion rimasto fermo sul baratro immagine diventata simbolo della tragedia e che ha fatto il giro del mondo. Lui ha parlato in aula dopo un silenzio lungo quasi 5 anni. Lui a bordo del mezzo che per ultimo si è fermato sul vuoto, lui che ha imprecato contro quell'auto giallo che lo ha sorpassato senza sapere che gli avrebbe salvato la vita. Lui che ha visto due mezzi pesanti e l'auto di Henry crollare nel vuoto.

Gli occhi di Emmanuel che ha sentito il racconto degli ultimi secondi di vita di suo fratello. Matteo che ha visto i pilastri crollare che scappa dentro la galleria con i figli in braccio sotto la pioggia. Adele che per 10 giorni non ha dormito e che ora ha più paura di tutto,

Daniela che non riesce a parlare e singhiozza perchè l'emozione di tornare a quel giorno è troppa "pensavo aver chiuso tutto in un cassetto e invece..."; che spesso sogna di precipitare  e sui ponti ha l'ansia.

Davide che pensa prima al terremoto e poi che il figlio e l'amico stiano facendo muovere l'auto e dice loro di smettere ma quel tremore era il ponte che letteralmente si sbriciola dietro di loro e dallo specchietto non vede più fari ma il ponte spezzato.

Lucian che percorreva la strada sotto il ponte e si è salvato seppur ferito perchè era sceso dal suo camion e che ha visto volare le auto.

Queste le immagini dei primi sopravvissuti e testimoni oculari del crollo del Morandi nelle prime due giornate di testimonianze che mi porterò nel cuore.

Giornate difficilissime per loro e per i famigliari delle 43 vittime.

Tanti occhi lucidi pieni di lacrime su tutti porto con me quelli di papà Pino lui che ha ascoltato le parole di Gianluca il collega di suo figlio che si è salvato, a lui ha sempre detto che non si deve sentire in colpa, ha trovato la forza per dirglielo ancora oggi, ancora una volta come un padre con la P maiuscola. E gli occhi del fratello Emmanuel lui sempre lucido e pronto che ha seguito ogni udienza e che oggi sentendo raccontare gli ultimi secondi di vita del fratello, mi è apparso umano.

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