Sembra di essere un po' tornati ai tempi del lockdown, quando nelle città circolava pochissima gente. In questo ultimo periodo noto sempre meno persone per le strade delle città ma soprattutto noto che ci sono i parchi giochi quasi deserti nonostante le giornate di sole e il clima mite. Ancora più triste è vedere gli scuolabus gialli che girano semivuoti: solo poche testine di bimbi spuntano dai finestrini e guardano con gli occhioni sgranati, l’unica cosa che spunta dalle mascherine. C’è chi inizia la quarantena, chi la finisce, i bus scolastici stravolgono gli orari delle fermate visto che non c’è più nessuno da prendere e quindi arrivano in anticipano e attendono il bimbo di turno, "sopravvissuto" a contagio o quarantene: "L'altro giorno eravamo solo in quattro - spiega una accompagnatrice - ora piano piano stanno tornando".
Nel fine settimana se ti fai un giro in centro, in qualcosa delle cittadine liguri, sembra di essere sul set del film "Sopravvissuti" (se esiste). Poche persone che quando si incontrano non si chiedono più "Ciao, come stai" ma "quarantene? Come stai a quarantene? Te lo sei scampato il Covid?" e così via.
Tornando ai bimbi, addio alle feste di compleanno al parco giochi, alle partitelle di calcio al campetto, perché non c’è più nessuno "ah ok, sei in quarantena...", sento spesso dire da mio figlio al telefono con gli amici.
Anche per loro, per restituirgli le gite a scuola, lo sport con le gare e le partite, il respiro a pieni polmoni senza mascherina, per tornare a vedere i loro sorrisi, anche e soprattutto per questo speriamo che il Covid finisca presto.