GENOVA - Bper va avanti tutta per acquisire Banca Carige. Finora la due diligence in esclusiva procede senza particolari intoppi. Si sta valutando ogni aspetto contabile e l'istituto guidato da Piero Montani, genovese ed ex amministratore delegato proprio di Carige (quando presidente era Cesare Castelbarco Albani), conta di chiudere l'operazione nei tempi fissati, ovvero entro il 15 febbraio. Per quel momento, se non sorgeranno ostacoli insormontabili, Bper (Banca popolare dell'Emilia Romagna) dovrà formulare una proposta di acquisto vincolante. Un appuntamento al quale, fra l'altro, sia l'istituto con sede a Modena sia Carige si presenteranno dopo aver esaminato i loro conti. E quindi mettendo sul tavolo tutte le carte più fresche.
Gli estremi dell'operazione sono sufficientemente noti: il Fondo interbancario tutela depositi (Fitd) dovrà deliberare un aumento di capitale da 530 milioni, mentre Bper dovrà impegnarsi per l'acquisto di Carige al prezzo simbolico di un euro, più l'acquisizione del capitale non in possesso del Fitd e di Cassa centrale attraverso un'Opa (Offerta pubblica di acquisto) che prevede la valorizzazione dei titoli a 0,80 euro ciascuno. L'obiettivo è di definire ufficialmente tutta l'operazione entro il prossimo 30 giugno per godere dei benefici fiscali in capo a Carige, che valgono circa 320 milioni.
Ma il vero obiettivo della Bper di Montani è di porre le basi per la costruzione del terzo polo bancario italiano. Infatti, se mettiamo insieme l'istituto di Modena, Carige e la popolare Sondrio (Bper ne detiene il 10 per cento) otteniamo un soggetto finanziario che potrebbe contare un totale dell’attivo pari a 209,3 milioni e crediti verso la clientela per oltre 119 milioni. La raccolta diretta crescerebbe fino a 150,8 milioni (contro i 500 milioni e passa di Intesa Sanpaolo e di Unicredit) mentre i dipendenti sarebbero quasi 25 mila, distribuiti su 2.604 sportelli.
Ma c'è di più. Secondo alcuni osservatori, infatti, si prefigurerebbero le condizioni per presentarsi con le carte in regola ad un eventuale matrimonio con Bpm, una banca che da sola vale quasi 199 milioni di attivi. Si arriverebbe così a oltre 400 milioni di attivi, che consentirebbero di guardare negli occhi i due principali istituti italiani.
Senza precorrere i tempi, tuttavia, resta il fatto che l'aggregazione fra Bper e Carige viene considerata in modo assai positivo da tutti gli analisti finanziari, anche per la pressoché totale assenza di sovrapposizioni fra le due banche. Questo, infatti, permetterà una vera somma aritmetica delle due realtà e consentirà anche di gestire con tranquillità uscite ed entrate del personale, secondo il piano a suo tempo già concordato con i sindacati.
Insomma, non sono previsti stravolgimenti di sorta. Bisogna solo che la due diligence finisca bene e che i consigli di Bper e Fitd deliberino rispettivamente l'acquisizione e la cessione della banca ligure senza colpo ferire. Poi per Carige si aprirà un futuro meno incerto di quanto sia stato negli ultimi anni.