Se la Francia poco più di un mese fa sulla Tour Eiffel esultava con "Mon corps mon choix" per l'inserimento del diritto all'aborto in Costituzione, in Italia si torna in aula in Parlamento come in piazza e sui social a rivendicare la libertà di interrompere una gravidanza senza sentirsi colpevolizzate, un qualcosa che si dava per conquistato già nel 1978. Ma il primo vero tabù del XXI secolo è l'educazione alla sessualità e all'affettività, un'educazione che fin dai banchi di scuola spieghi chiaramente ai ragazzi l'importanza dell'utilizzo dei contraccettivi, la realtà delle relazioni che non è quella veicolata dal web, il rispetto e l'ascolto reciproco. Oggi una gravidanza indesiderata si può prevenire con molta più facilità rispetto al passato, se si ha la contezza di tutte le possibilità che si possono adottare. Fermo restando che l'aborto è un diritto e deve restare tale.
Il secondo tabù è la maternità. Oggi sembra che diventare madri sia "fuori moda", come se le nuove generazioni fossero tutte concentrate su carriera, vita mondana, viaggi, followers e divertimento. "La maternità torni cool, sia la massima aspirazione delle ragazze", ha ribadito a più riprese la parlamentare di Fdi, Lavinia Mennuni. E su questo ho già detto la mia, ricordando come dovrebbe essere lo Stato per primo a fare il modo che la maternità sia "cool", incentivando lavori stabili per i giovani che vogliono mettere su famiglia, bonus babysitter, smart working per conciliare vita personale e vita lavorativa, prodotti per l'infanzia meno cari.
È lo Stato che deve rendere la maternità cool - IL COMMENTO
La narrazione dei giovani egoisti ed egocentrici non coincide con quella che è la realtà di una generazione confusa di giovani spesso precari che non riescono a programmare i prossimi sei mesi, figurarsi un figlio. Una generazione spesso figlia di genitori separati e ancor più alla ricerca di una relazione stabile, sincera e appassionata, ma non tossica. Una generazione che vorrebbe impegnarsi, che si scontra o con chi è troppo spaventato per farlo o con i "vai a fare un'esperienza all'estero per il curriculum" o con l'ansia di una società che qualsiasi cosa tu stia facendo ti giudica come "in ritardo" o "non abbastanza". I tempi di accesso al mondo di "quello che voglio fare da grande" si dilatano, tra chi si divide in contratti a tempo determinato non appena preso il diploma e chi invece insegue la laurea, il master e il dottorato, senza sapere effettivamente quale sarà il lavoro che si andrà a fare per il resto della vita. Ma non si dilatano i tempi di un orologio biologico che fa tic tac e che noi donne cerchiamo di ignorare.
Mio il corpo, mia la scelta. Essere madre è una scelta e non un'imposizione: vale per il diritto all'interruzione di gravidanza come per il diritto di scegliere di non diventare mai madri. E nessuna dovrebbe sentirsi inadeguata se non ha dentro di sé questa aspirazione. Ma c'è chi invece quella scelta vorrebbe farla, ma non è mai il momento giusto. "E se poi non mi rinnovano il contratto?", "Devo cambiare lavoro in questo momento", "Per i prossimi tre anni almeno vivrò all'estero, ma poi vorrei tornare in Italia". "Non ho ancora trovato la persona giusta...", "Non voglio rinunciare adesso alla mia indipendenza", "Non me lo posso permettere, con l'affitto/il mutuo". I pensieri si affastellano nella testa... No, non è il momento. Ma se non ora, quando?
Così, con le mie amiche parlo di congelare gli ovuli. Una di quelle riflessioni che si fanno un po' così, "pour parler", ma intanto è un argomento sempre più ricorrente. Una pratica che è ancora costosa in Italia, ma che non è più appannaggio di celebrities americane. E se non c'è niente di romantico nel pensare di 'programmare' una gravidanza, mettendo al 'sicuro' una decina di ovuli, non lo è nemmeno la realtà così romantica, dove gli anni passano e ci si trova in quella fase curiosa in cui alcuni amici riescono a mettere su famiglia e altri invece sono ancora fermi a capire come si mette su una lavatrice. E ti chiedi se sei sbagliata tu a 27 anni con tante incertezze, anche se poi sono tante le amiche nella tua stessa situazione.
Mio il corpo, mia la scelta. Siamo davvero sicuri che la scelta sia nostra? Oggi più che mai sarebbe una vera conquista poter scegliere senza vincoli o pressioni esterne, scegliere senza paura che sia il momento giusto, perché non c'è mai il momento perfetto per diventare genitori, ma non dovrebbero esserci momenti sbagliati quando uno se la sentirebbe, ma non può per via delle circostanze.