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di Michele Varì

GENOVA -Mi viene in mente la splendida canzone di Ligabue, Tra palco e realtà, io vecchio cronista abituato a masticare più marciapiedi e aule dei tribunali, uffici di polizia e caserme, in questi giorni si riassestamenti politici provo un grande senso di straniamento, fatico nel mettere insieme quanto vedo e ascolto in procura con quanto è andato in scena ieri, il giorno del voto della ri-fiducia a Toti e al suo modo di fare politica nella sala della Regione Liguria.

Fra Palco e Realtà appunto. La lunga lettera di attacco alle opposizioni dai domiciliari del presidente sospeso, le parole dei suoi "delfini" nell'aula; il suo sostituto Alessandro Piana che ripete a memoria le meraviglie del lavoro di questa giunta: in conferenza stampa e poi in aula. L'attacco rimane la miglior difesa.

Il pezzo forte, da avanspettacolo, degno del miglior Antonio Razzi, è l'intervento del consigliere regionale Stefano Anzalone che pur essendo indagato per voto di scambio, invece di starsene in silenzio per rispetto dei magistrati, in aula si lancia in un accorato abbraccio a Toti per ribadire la sua solidarietà a "Giovanni" e alla sua signora, evidentemente per riposizionarsi, che è poi la sua grande specialità.

Il salto in avanti di Anzalone, che ha sempre avuto una grande capacità di annusare il vento che cambia, è forse la notizia che può fare sperare la giunta di Giovanni.

In mezzo a tutto rimango io, che dopo avere assistito al consiglio regionale davanti alla tv, e seguendo dal sette  maggio l'indagine sulla presunta corruzione, con ore e ore a braccare in procura ogni indagato o testimone, alla fine mi sento assalito da un dubbio: sarò su Scherzi a Parte?

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