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di Luigi Leone

Il governatore ligure Giovanni Toti e il sindaco di Genova Marco Bucci parlano all'unisono: "Basta con i furbetti del quartierino". Si riferiscono alla vicenda della fuga dei mega yacht, problema sollevato con forza dall'editore di Primocanale, Maurizio Rossi. E i "furbetti del quartierino" sono prima di tutto Francia e Spagna, che grazie a una interpretazione più ragionevole di una sentenza della Corte europea non impediscono al refitting e quant'altro riguardi le grandi imbarcazioni di andare praticamente avanti come in passato.

Noi no, invece. Noi diamo una interpretazione più restrittiva e così eccoci a rischiare la bellezza di 800 posti di lavoro, secondo quanto riferisce Alberto Amico, numero uno della "Amico & C.". Toti e Bucci probabilmente hanno ragione, ma se ci sono dei furbetti vuol dire pure che ci sono degli scemi.

E quelli siamo noi. Sì, noi italiani. Si continua ad imprecare contro l'Ue matrigna oppure su Francia, Germania, Spagna e gli altri aderenti al club che si fanno gli affari loro anche quando non dovrebbero. Intanto, però, noi ci diamo delle martellate sulle dita, per usare un eufemismo, affetti come sembriamo da un tafazzismo congenito.

Eh sì, perché io mica sono così convinto che gli altri facciano i furbi e noi, invece, siamo gli unici seri, ligi ai dettami europei. Lo dico perché altrimenti non mi spiegherei alcune cose. Primo: siamo noi ad avere il disperato bisogno che la Comunità compri i bond attraverso la Bce, perché il nostro debito sta intorno al 150 per cento della ricchezza prodotta ogni anno.

Secondo: siamo noi a chiedere che il Patto di Maastricht continui a rimanere sospeso, perché a un passivo del 3 per cento nel rapporto deficit-Pil fatichiamo ad arrivarci o non ci arriviamo proprio. Anche gli altri, si dirà. Vero, ma nessuno ha il terzo debito pubblico del pianeta, come l'abbiamo noi.

Se, poi, vogliamo andare ad uno dei temi di questi giorni, vale a dire il caro energia, allora c'è da divertirsi. Abbiamo le centrali nucleari degli altri sulla porta di casa, però noi, grazie a un folle referendum, la parola nucleare non possiamo neanche pronunciarla.

Ma contemporaneamente abbiamo deciso che non si cercano più il petrolio e il gas, che pure esistono anche alle nostre latitudini, che non si utilizzano i rigassificatori, che l'eolico fa esteticamente abbastanza schifo, che, insomma, è molto meglio comprarci quasi tutta l'energia di cui abbisogniamo altrove. Salvo scoprire che oltre il 40 per cento del gas lo prendiamo in Russia, cioè dal diavolo Vladimir Putin. Il quale attaccando l'Ucraina merita tutte le sanzioni del mondo, che però hanno su di noi un effetto boomerang devastante.

Allora mi domando: ma sono gli altri a essere furbetti oppure siamo noi scemi, cercando di essere a nostra volta dei furbastri? Più probabilmente la nostra politica, depositaria finale di tutte le decisioni sbagliate, è prigioniera della volontà di piacere a tutti i costi. Perché questo significa voti.

Così mi domando pure: se Maurizio Rossi non si fosse arrabbiato e avesse scritto quell'articolo, qualcuno si sarebbe davvero occupato della fuga dei mega yacht con il loro carico di pericoli per la Liguria e per l'Italia? E mi domando, infine, che ci stiano a fare i parlamentari - liguri, nazionali ed europei - che noi mandiamo nelle sedi istituzionali per tutelare i nostri interessi se poi tutelano solo i loro, di interessi. Ecco perché temo che ad essere sbagliati siamo noi, non (solo) l'Europa.

 

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