Genova -"Il centro per minori stranieri non accompagnati aperto nel Massoero deve essere chiuso entro il 5 settembre come promesso dall'assessore, in caso scenderemo in piazza".
E' il diktat degli abitanti del via del Molo al termine della partecipata assemblea svolta nei giardini pubblici Di Luca per denunciare l'emergenza che si è venuta a creare nel quartiere a causa del centro aperto un mese fa nello storico asilo notturno per senza fissa dimora.
Gli abitanti al termine dell'incontro pubblico in cui non sono mancati battibecchi fra chi la pensava in modo diverso hanno anche deciso di redigere un esposto da inviare alla procura per denunciare i reati commessi da alcuni dei 22 minori stranieri non accompagnati, perlopiù magrebini. "Servono subito più controlli delle forze di polizia perché ci sono stati danneggiamenti, furti, rapine e anche molestie alle ragazze che ora hanno paura anche solo a transitare da vico Bottai, dove c'è l'ingresso della struttura".
La prima rassicurazione è arrivata pochi minuti prima dell'assemblea dall'assessore ai Servizi Sociali del Comune Lorenza Rosso che, contattata al telefono dagli abitanti, ha svelato che "i 5 minori più problematici sono già stati allontanati dalla struttura: gli altri invece saranno trasferiti altrove entro il 5 settembre", avrebbe detto l'assessore, anche se sulla data fissata per la chiusura c'è qualche incertezza, voci sempre trapelate da Tursi parlavano del 10 settembre, altre ancora di fine settembre.
L'unica certezza è che i locali al pianterreno dell'asilo notturno Massoero dove è ricavato il centro entro la fine del prossimo mese dovrà essere chiuso per essere ristrutturato, come previsto da un piano del comune prima dell'emergenza dei minori stranieri non accompagnati.
Ma questa rassicurazione non basta agli abitanti che chiedono garanzie precise, come ha ribadito il navigato Otello Parodi, abitante del Molo, passato nelle fila del Pci come esperto dei carruggi del sindaco Bucci.
Parodi nel suo lungo intervento da cittadino come al suo solito stato molto diretto: "Qui la situazione deve tornare calma sennò ci sono persone come mio figlio che possono perdere la pazienza e rischiano di mettersi nei guai...".
Insomma un'assemblea, pur sotto la luce tenue dei lampioni dei giardini, molto accesa: non sono mancati gli abitanti difensori dei minori che hanno ricordato come ci sono persone "ci pare che si stia esagerando anche perchè ci sono persone che hanno interesse a soffiare sul fuoco per motivi elettorali".
Un altro cittadino ha ricordato che "a disturbare il suo sonno non sono i ragazzini stranieri ma i giovani della movida che arrivano da altri quartieri". Altri abitanti hanno puntato il dito contro la scarsa professionalità degli educatori che faticano a gestire i ragazzini ospitati in vico Bottai: "Ragazzine giovani e inesperte" hanno accusato. Ma per fronteggiare quei ragazzi, è stato detto, qualcuno arrivando anche a definirli "feroci", "serve ben altro. Le cooperative non possono limitarsi a intascare i soldi degli appalti" hanno rincarato gli abitanti.
"Se si chiudono venti ragazzi in uno stanzone con solo dei letti, al caldo e con un solo ventilatore i risultati non possono che essere questi" ha rincarato un altro cittadino
La portavoce dei neo comitato verso la fine della serata non ha mancato di ammonire i cronisti presenti: "Non scrivete che siamo fascisti, ci saremmo comportati così anche se quei ragazzi fossero stati italiani".
Davanti a lei è subito intervenuto uno degli abitanti più risoluti che ha ribadito a scanso di equivoci: "Ma questi stranieri non potranno mai integrarsi perchè sono feroci...". Affermazioni forti che hanno suscitato la reazione sdegnata dell'ala più tollerante e progressista dell'assemblea: "Si vergogni, sta parlando di ragazzini che hanno tutto il diritto e il tempo di integrarsi e costruirsi un futuro".
L'assemblea si è chiusa con toni pacati e la promessa degli abitanti di formare un vero e proprio comitato che vivrà anche grazie a una chat telefonica i cui tutti potranno denunciare in tempi reali eventuali problemi provocati dai rimanenti 17 minori non accompagnati rimasti nella struttura. Ribadendo ancora l'obiettivo principale: "Il 5 settembre o il centro è chiuso o noi scenderemo in piazza".