Non è facile ma non dovrebbe neppure essere impossibile la gestione di alcune centinaia di giovani migranti non accompagnati in una metropoli come Genova.
La ricetta la suggerisce un prete nella frazione Tre Fontane di Montoggio che da tanti anni riesce a trasformare i giovani migranti clandestini in perfetti cittadini, come ci ha raccontato uno di loro sbarcato da minore a Lampedusa e che ora grazie al prete lavora, è integrato e pensa solo farsi una famiglia.
Il ragazzo ha raccontato a Primocanale che il segreto è aprire i centri per minori lontano dal centro città e dalle zone delle movida, per evitargli distrazioni e aiutarli a concentrarsi su scuola e altre attività.
Lo stesso suggerimento arriva da un esperto investigatore della squadra mobile, "abbiamo fatto indagini per scoprire perché molti minori stranieri arrivano a Genova anche da altre città. Ebbene il motivo spesso è logistico, la dislocazione dei centri più centrale rispetto ad altre città. Vengono qui perché qui i centri sono in zone centrali della città".
Due indizi iniziano a fare una prova.
Esiste poi il problema degli educatori che dovrebbero gestire e dare regole ai minori e quasi mai ci riescono. Perché non hanno personalità, perché sono pochi e quasi sempre non preparati, incapaci a farsi rispettare.
La riprova in quanto accaduto nei giorni scorsi in un centro del ponente di Genova: i minori hanno rubato il cellulare all'unico educatore della struttura e non glielo hanno restituito neppure dopo l'arrivo dei carabinieri. Sfrontati e senza nessun rispetto per chi li gestisce e cerca di aiutarli.
Un buon educatore in grado di tenere testa anche ai pochi minori più difficili non si trova dietro l'angolo, ma bisogna retribuire la sua professionalità. Questo stride con gli appalti al ribasso con cui si assegnano le gestioni dei centri, dove spesso lavorano ragazzi senza né esperienza né requisiti.
Il risultato delle politiche sparagnine sbagliate è quello che vediamo ogni giorno dai resoconti di polizia e carabinieri: rapine, furti, scippi, molestie dai minori stranieri ai coetanei, il fiocco di neve che diventa valanga e che alla fine andrà a danneggiare i tanti bravi ragazzi sbarcati in Italia solo per integrarsi.
Un fiocco di neve, quello dei minori non accompagnati, che se non affrontato senza ideologie e stoppato, anche con la dovuta fermezza, inevitabilmente potrebbe, alla vigilia delle prossime elezioni politiche, imbiancare e essere strumentalizzato e fare da grancassa a chi da sempre riesce a fare politica solo e sempre agitando, a mio avviso in modo ingiustificato e pericoloso, la paura dello straniero.
IL COMMENTO
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