GENOVA -Sei telefoni cellulari e mezzo etto di sostanza stupefacente tra eroina e hashish sono stati sequestrati nel carcere di Marassi dalla polizia penitenziaria dopo una brillante operazione di intelligence.
La droga e quattro cellulari erano stati lanciati dall'esterno del carcere da un ex detenuto sudamericano poi individuato e arrestato. Nei guai anche il destinatario del pacco nella cui cella sono stati trovati altri due telefonini.
E' successo oggi pomeriggio.
Le indagini degli agenti che hanno permesso di scoprire il programmato lancio del pacco dentro il carcere sono state coordinate dalla comandante Lucrezia Nicolò e dal vice comandante Marco Pugliese.
I poliziotti grazie alla grande conoscenza della popolazione denuta hanno appreso da fonti confidenziali che era stato programmato il lancio dall'esterno all'interno durante l'ora d'aria dei detenuti nel passeggio dell'istituto: a quel punto i poliziotti hanno bloccato il lanciatore all'esterno del carcere e il recluso destinatario dentro l'istituto, fermato con il pacco nelle mani.
A dare notizia dell'operazione è Michele Lorenzo, segretario nazionale per la Liguria del Sappe, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Il personale ha bloccato la sostanza illecita appena lanciata da un ex detenuto dall’esterno del carcere. È sempre grazie all’alta professionalità dei Baschi Azzurri di Marassi che ancora una volta si è riusciti a garantire la sicurezza interna dell’istituto. Oramai anche il rinvenimento di cellulari, così come le aggressioni al personale, sono all'ordine del giorno e la significativa carenza organica degli agenti nel penitenziario di Genova viene colmata dalla grande professionalità degli uomini e delle donne della polizia penitenziaria".
Lorenzo poi chiede al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria interventi concreti come, ad esempio, un'adeguata strumentazione tecnologica per schermare il carcere e impedire l'indebito uso di telefoni cellulari o altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti".
Un concetto ribadito dal segretario generale del Sappe Donato Capece: “La polizia penitenziaria è quotidianamente impegnata nell’attività di contrasto all’introduzione di telefoni cellulari ed alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. Vanno adottate soluzioni drastiche, come la schermatura delle sezioni e degli spazi nei quali sono presenti detenuti all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone”.
La droga e quattro cellulari erano stati lanciati dall'esterno del carcere da un ex detenuto sudamericano poi individuato e arrestato. Nei guai anche il destinatario del pacco nella cui cella sono stati trovati altri due telefonini.
E' successo oggi pomeriggio.
Le indagini degli agenti che hanno permesso di scoprire il programmato lancio del pacco dentro il carcere sono state coordinate dalla comandante Lucrezia Nicolò e dal vice comandante Marco Pugliese.
I poliziotti grazie alla grande conoscenza della popolazione denuta hanno appreso da fonti confidenziali che era stato programmato il lancio dall'esterno all'interno durante l'ora d'aria dei detenuti nel passeggio dell'istituto: a quel punto i poliziotti hanno bloccato il lanciatore all'esterno del carcere e il recluso destinatario dentro l'istituto, fermato con il pacco nelle mani.
A dare notizia dell'operazione è Michele Lorenzo, segretario nazionale per la Liguria del Sappe, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Il personale ha bloccato la sostanza illecita appena lanciata da un ex detenuto dall’esterno del carcere. È sempre grazie all’alta professionalità dei Baschi Azzurri di Marassi che ancora una volta si è riusciti a garantire la sicurezza interna dell’istituto. Oramai anche il rinvenimento di cellulari, così come le aggressioni al personale, sono all'ordine del giorno e la significativa carenza organica degli agenti nel penitenziario di Genova viene colmata dalla grande professionalità degli uomini e delle donne della polizia penitenziaria".
Lorenzo poi chiede al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria interventi concreti come, ad esempio, un'adeguata strumentazione tecnologica per schermare il carcere e impedire l'indebito uso di telefoni cellulari o altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti".
Un concetto ribadito dal segretario generale del Sappe Donato Capece: “La polizia penitenziaria è quotidianamente impegnata nell’attività di contrasto all’introduzione di telefoni cellulari ed alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. Vanno adottate soluzioni drastiche, come la schermatura delle sezioni e degli spazi nei quali sono presenti detenuti all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone”.