Un ciclone si abbatte sulla coda di questa legislatura: la procura di Roma ha infatti aperto un’inchiesta sull’operazione che ha portato Cassa Depositi e Prestiti, assieme ai fondi Blackstone e Macquarie, all’acquisto delle quote di Autostrade per l’Italia al Gruppo Atlantia.
L’inchiesta è formalmente a carico di ignoti ma è evidente che la responsabilità politica sia destinata a ricadere sui governi che hanno costruito e finalizzato l’operazione, che ha portato nelle casse degli azionisti, tra i quali la famiglia Benetton, oltre 8 miliardi di Euro.
Una beffa oltre ogni limite, che ha gettato nello sconforto i parenti delle vittime che prima hanno visto ricoprire d’oro coloro che avrebbero dovuto vigilare sul ponte Morandi, crollato il 14 agosto del 2018, e poi hanno osservato impotenti Autostrade per l’Italia e Spea sfilarsi dai due processi che li vedono imputati a vario titolo, grazie a patteggiamenti a cifre molto favorevoli.
L’inchiesta, nelle mani del Pubblico Ministero Gennaro Varrone, è nata da un esposto del senatore del Partito Democratico Luciano D’Alfonso: le ipotesi di reato sulle quali sta lavorando il magistrato sono truffa, abuso d’ufficio e turbativa d’asta.
Si tratta di una faccenda molto scottante, con rilevanti implicazioni politiche: i governi coinvolti nella partita sono il Conte 2 e il Draghi: è stato poi quest’ultimo a definire l’operazione nei dettagli, deliberando l’acquisto da parte di Cassa Depositi e Prestiti.
Soddisfazione e speranza tra i familiari delle vittime del Morandi: "Abbiamo saputo dell’inchiesta romana sulla cessione di Aspi - dichiara Egle Possetti a Primocanale.it - da sempre abbiamo sostenuto che fosse un grave errore questo regalo agli azionisti, speriamo che possa essere fatta piena luce sugli intrecci di questa vicenda incresciosa".
Uno degli esponenti politici più impegnati nella battaglia contro questa operazione è il senatore genovese Mattia Crucioli: “Auspico che la magistratura faccia finalmente chiarezza sulla vergognosa vicenda della trattativa Stato-Autostrade – dice Crucioli a Primocanale.it - nonostante innumerevoli interrogazioni, istanze di accesso e denunce non siamo riusciti a ottenere nessuno degli atti richiesti o delle risposte alle domande che avevamo posto: ora forse, con questa indagine, si potrà intravedere un po' di luce in questa vicenda caratterizzata da un'opacità totale e avvolta da un silenzio imbarazzante contro cui pochissimi personaggi pubblici hanno osato alzare la voce”.