GENOVA -"Il processo non è una tombola, non c'è stata nessuna violazione al diritto di difesa degli imputati, si è tratto invece di un'indagine molto complessa che ci ha obbligato a scandire con i giusti tempi le iscrizioni sul registro degli indagati. Ora sembra tutto semplice e si sa che la tragedia è stata provocata dalla mancata messa in sicurezza della pila 9 del ponte, ma per mesi non è stato tutto così chiaro e noi non potevamo fare iscrizioni a pioggia".
Si sono presi due settimane di tempo e alla fine, sotto la tensostruttura del tribunale di Genova dove si tiene il processo per la tragedia del crollo di ponte Morandi che il 14 agosto del 2018 è costata la vita a 43 persone, davanti al giudice Lepri che presiede il collegio giudicante, i due pubblici ministeri titolari dell'inchiesta, Massimo Terrile e Walter Cotugno hanno, risposto così.
Dettagliando in modo certosino ogni parola poi condensate in un fitto memoriale, come un libro della cronaca di una tragedia annunciata che si doveva e poteva evitare.
A innescare i Pm nell'ultima udienza di inizio ottobre erano stati i legali degli imputati eccellenti, primo fra tutti l'ex amministratore delegato di Autostrade per l'Italia Giovanni Castellucci. Gli avvocati avevano opposto undici eccezioni, a cui se ne è aggiunta una dodicesima, chiedendo di cancellare i due incidenti probatori e annullare gli atti perché non tutti gli indagati avevano potuto partecipare a entrambe le prove.
I due magistrati hanno risposto parlando per l'intera udienza: "Tutto il materiale probatorio - ha detto Cotugno -contrariamente a quanto lamentato dalle difese, era perfettamente visionabile con un programma gratuito fornito dalla guardia di finanza".
Terrile ha spiegato perché gli imputati sono stati iscritti sul registro degli indagati in tempi diversi: prima di indirizzare l'indagine sulla mancata manutenzione della pila nove abbiamo verificato tante altre ipotesi: il fulmine, il cedimento dell'impalcato e anche la caduta di un rotolo di acciaio da un tir. Se avessimo subito indagato tutti non avremmo fatto bene il nostro lavoro, non siamo Nembo Kid e il processo non è una tombola", ha ribadito Terrile.
Le accuse dei difensori, già respinte dal giudice per l'udienza preliminare, probabilmente saranno riproposte ad ogni fase del processo e anche del dopo processo, in ogni possibile sede, anche alla corte di Strasburgo, come riferito dai legali.
I due pm oggi hanno risposto a sei delle dodici eccezioni che erano state presentate dalla difesa, domani dovrebbero rispondere alle altre sei, quindi dopo le parti civili il collegio giudicante dovrebbe chiedere una pausa, forse di una settimana, prima di prendere la decisione.
Egle Possetti, portavoce del Comitato famiglie delle Vittime del Morandi, è comunque soddisfatta dell'andamento del processo: "E' bene impiegare quanto è necessario per chiarire ogni eccezione piuttosto che avere delle sorprese più avanti. Meglio verificare tutto in anticipo, noi comunque abbiamo la massima fiducia nel lavoro degli inquirenti".