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Cronaca

L'inquietante e triste storia di un giovane affetto da una forma di schizofrenia da iperconnessione che ha confidato ai carabinieri: "Sono il protagonista di un gioco virtuale da cui posso uscire solo uccidendomi"
1 minuto e 52 secondi di lettura
di Michele Varì
GENOVA -Era fuggito da casa, da una località di un'altra regione per andare in un luogo lontano dove potesse vivere la sua vita senza essere osservato da tutto il mondo, "mi controllano dai social, mi spiano  tutti e ovunque..." raccontava ossessivo a chi gli chiedeva del perchè delle sue continue fughe verso il nulla.

La storia triste figlia della società iperconnessa di un ragazzo fragile di vent'anni affetto da una strana forma di schizofrenia è trapelata dal centro storico dove il giovane è stato fermato dai carabinieri e poi, prima di essere affidato ai genitori, ricoverato in un reparto di psichiatria.

I militari della stazione della Maddalena si sono avvicinati al ventenne dopo averlo visto al centro di un vicolo alle spalle di Sottoripa che si guardava attorno come smarrito, immobile e incapace di muoversi. "Mi osservano tutti perchè sono protagonista di un gioco di ruolo, devo cambiare sempre città per non farmi riconoscere, qui ora mi hanno riconosciuto alcuni stranieri e adesso devo andare via anche da Genova", ha detto il ventenne lasciando interdetti i militari dell'arma.

I carabinieri a quel punto lo hanno identificato, scoprendo che si trattava di un soggetto psichiatrico scomparso da casa venti giorni prima, motivo della sua fuga, e di quel suo continuo scappare la convinzione di essere protagonista di un gioco social in cui veniva osservato da ogni parte del mondo. Un'ossessione assai pericolosa e capace di fare precipitare il giovane nel vuoto della follia, come lui stesso ha ventilato quando ai carabinieri ha detto: "Ora vado in Francia dove spero nessuno mi spii e mi riconosca, l'unico modo che ho per uscire da questo gioco è togliermi la vita...".


una tendenza sempre più comune e oggi quasi naturale tanto da non rendercene conto. La quotidianità dell’uomo comune che diviene spettacolo con il mezzo televisivo che se ne appropria e la fagocita. Un film uscito nel 1998, agli albori dei reality show e che precede di un anno il programma The big brother, Il grande fratello che esordirà in Italia nel 2000. L’ispirazione, in entrambi i casi, è naturalmente il personaggio immaginario creato da George Orwell, presente nel romanzo 1984, che teneva tutti sotto costante controllo, come un grande occhio.
Lo stesso Grande Fratello che costringe il ventenne fermato nei vicoli a fuggire sempre.

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