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Cronaca

Il presidente dell'Associazione di via del Campo: "Denunciano da tempo i malesseri della Maddalena ma le forze dell'ordine sono gestite male e gli aiuti senza continuità". Quella lettera al prefetto ancora senza risposta
2 minuti e 1 secondo di lettura
di Michele Varì
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GENOVA -"Noi da tempo segnalavamo il malessere dilagante degli abitanti della Maddalena dove è avvenuto l'omicidio, ma speravamo in risposte diverse e con un coordinamento adeguato...".

E' la denuncia di Christian Spadarotto, portavoce dell'Associazione di via del Campo e dei Carruggi dopo la tragedia di vico Mele dove nei giorni scorsi un abitante al termine di una lite per il rumore in strada ha ucciso un quarantenne peruviano con una freccia scoccata con un arco.

Spadarotto dopo avere espresso la vicinanza alla famiglia della vittima continua la sua disamina che subito dopo il delitto ha condensato in una lettera aperta al prefetto di Genova Franceschelli.

"Non è vero che nel centro storico non ci sono le forze dell'ordine - rimarca Spadarotto -, ci sono eccome, ma vengono utilizzate in modo non appropriato. Un anno fa un pattuglia della polizia locale è stata assalita davanti al municipio di Santa Fede e un agente è rimasto ferito, dunque prendiamo atto che gli stessi operatori devono essere tutelati e che i controlli non devono tutelare solo gli abitanti ma anche tutti coloro che il centro storico lo vivono, i commercianti e i turisti e tutti coloro che usufruiscono di questa meraviglia".

Alla domanda su che fine hanno fatto i Patti per la Maddalena nati per dare nuova linfa al quartiere Spadarotto risponde così: "Questi importanti progetti mirati al rilancio sociale e commerciali che hanno interessato le zone di San Luca, Prè e via del Campo si sono fermati perché non sostenuti e seguiti in modo adeguato, tante attività senza aiuti si spengono, perchè qui nel centro storico a pesare molto oltre alle bollette sono anche gli affitti, perché a volte la speculazione dei proprietari dei negozi prevale sull'interesse di rilanciare la zona".

Così i bassi vengono affittati alle prostitute perché garantiscono maggiori profitti?

"Non sempre è così - risponde Spadarotto -io ad esempio provengo dall'ex ghetto, dove meno male che questi bassi sono tenuti aperti dai transessuali che si sono occupati del quartiere garantendo un decoro che non era assicurato da nessuna altra realtà. Noi comunque ci siamo sempre opposti alla possibilità offerta dal Comune di rendere abitabili i bassi del centro storico perché per fare questo bisognerebbe che questi locali non diventano poi oggetto di speculazione per i soliti proprietari, i soliti noti, ricordiamo che Genova ha subito negli anni addietro una delle confische più importanti di immobili della malavita, dunque per arrivare a un recupero vero è bene impegnare risorse più importanti".

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